Il Tribunale civile dà ragione al condomino di via Turati: il Comune dovrà rimuovere la pensilina perché troppo vicina all’abitazione della famiglia Raia.
Distanza minime non rispettata: il Comune dovrà smontare la pensilina in via Turati ai piedi di Palazzo di Città. È la curiosa vicenda che ha visto protagonisti l’Ente di piazza Aldo Moro e G.R., cittadino battipagliese proprietario di un appartamento in via Turati confinante con un fabbricato di proprietà del Comune. Un contenzioso finito nelle aule del Tribunale civile di Salerno che, di recente, ha reso pubblica la sentenza accogliendo le motivazioni esposte da R., difeso e rappresentato dal legale Rosario Santese. Una vicenda che affonda le radici nel lontano 2012, quando alla guida dell’amministrazione comunale c’era l’ex sindaco Giovanni Santomauro.
All’epoca dei fatti, si legge nella sentenza firmata dal giudice Cesare Taraschi, a Palazzo di Città si decise di realizzare una “soluzione artistica” per collegare i portici di proprietà dell’Ente con quelli riconducibili al confinante palazzo “Pesce”. Il Comune chiese il nulla osta per la costruzione al condominio senza però indicare le caratteristiche della copertura da realizzare. I condomini, a margine d’una riunione, diedero l’ok all’unanimità nonostante fu proprio R. ad avanzare qualche dubbio, dettato soprattutto dalla mancata visione del progetto (non ancora approntato), circa la possibilità che la sua proprietà potesse essere danneggiata. Passa qualche mese, e al completamento dei lavori Raia decide di diffidare l’Ente alla rimozione della pensilina perché «di grave nocumento alla sicurezza sua e del suo nucleo familiare» e realizzata, a sua detta, in violazione delle distanze legali previste dal codice civile. Con l’aggravante del rischio per la salute di un componente familiare: «la costruzione avrebbe peggiorato lo stato d’ansia della stessa, costretta a vivere con la paura che di notte qualcuno potesse introdursi nella sua stanza». E infine, problemi di miasmi: la struttura, realizzata in lega d’acciaio “Corten”, durante il periodo estivo «emanava un odore sgradevole oltre a produrre forti rumori al contatto con il calore».
Un anno più tardi, nel 2013, ebbe inizio il contenzioso tra R. e il Comune. L’Ente di piazza Aldo Moro, difeso dall’ex dirigente del Settore avvocatura Giuseppe Lullo, dal canto suo ha provato a resistere in giudizio evidenziando come l’opera fosse stata realizzata in piena legittimità, e con l’utilizzo di materiali idonei, e precisando che l’opera aveva ricevuto il placet da parte dell’intero condominio. Ragioni che non hanno convinto le toghe della Seconda sezione civile del Tribunale di Salerno che hanno stabilito l’arretramento della pensilina fino ad almeno tre metri di distanza dalla veduta del balcone di proprietà della famiglia R., oltre a una compensazione delle spese per 2.500 euro per il legale Santese e qualche centinaio di euro in favore di G.R. per spese vive e di Ctu.