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Azione Universitaria alza la voce sulla questione legata all’aumento dei costi del servizio mensa all’Università di Salerno. Carabotta: «Il tema arriverà sui tavoli del Ministero dell’università»

La conclusione del 2023 e la partenza del nuovo anno non è stata certo priva di discussioni per la comunità universitaria salernitana. A tenere banco da alcune settimane è infatti il rincaro dei costi del servizio mensa per il 2024, ad aggravare il tutto è che ciò sia emerso soltanto a ridosso del nuovo anno, dunque con scarso preavviso e senza comunicazioni ufficiali da parte dei rappresentanti eletti in Cda Adisurc, come lamentato da Azione Universitaria.

Romano Carabotta, in rappresentanza del movimento a tutela degli studenti Unisa, spiega: «Lo scorso 29 dicembre l’Adisurc, l’azienda per il diritto allo studio della Regione Campania, dava comunicazione di aumento che nel 2024 va da 0.50€ fino a 1.30€ a studente, a seconda della fascia di reddito. Aumento giustificato “per far fronte all’incremento dei costi delle materie prime e dell’energia, per consentire il mantenimento dell’offerta destinata alle categorie più fragili, in modo da garantire comunque l’equilibrio economico dei servizi”».

Secondo la coalizione che raccoglie le associazioni le quali esprimono uno dei due rappresentanti degli studenti del consiglio d’amministrazione dell’Adisurc, Dietro questa mossa ci sarebbe una mossa del Ministero che avrebbe «operato a livello centrale un generico sotto finanziamento del diritto allo studio, che avrebbe costretto l’Adisurc a correre ai ripari».

«Per l’anno accademico 2023/2024, il riparto del fondo integrativo statale, il fondo FIS, ha visto un incremento delle risorse assegnate proprio alla Regione Campania, che sarebbe tenuta a contribuire con risorse proprie, secondo quanto previsto dal decreto legislativo numero 68 del 2012, dunque circa al 40% del fondo FIS, cosa che non accade quasi mai» ribatte, però, Carabotta, che rimane perplesso e domanda: «Come mai questa notizia non è stata comunicata per tempo agli studenti e come mai i rappresentanti si sono limitati a non votare a favore dell’aumento, senza intraprendere altre azioni concrete per limitare i danni per la comunità studentesca? Se tale notizia non fosse emersa per canali informali, chi avrebbe dovuto darcene conto?».

«Noi di Azione Universitaria faremo la nostra parte – prosegue Carabotta –. Quattro dei nostri rappresentanti porteranno, nella prossima seduta del consiglio nazionale degli studenti universitari, la questione sulla scrivania del Ministero dell’università, inoltre chiederemo un incontro ufficiale con l’Adisurc per comprendere le ragioni di questo aumento dei costi del servizio mensa e trovare soluzioni, provando a fare dall’esterno quello che i rappresentanti eletti dovrebbero fare dall’interno, invitando la comunità universitaria a pensare bene chi votare, considerato come fino ad ora i rappresentanti raramente abbiano fatto il loro lavoro fino in fondo».