Tempo di lettura: 2 minuti

Giovanni Santomauro pronto a tornare in campo in vista delle elezioni 2021. L’ex sindaco di Battipaglia aderisce al movimento “Battipaglia 2021” e apre a Cecilia Francese: «Dialogo aperto».

Una decisione destinata a fare scalpore in città. Giovanni Santomauro, l’ex sindaco di Battipaglia dal 2009 al 2013, prima che il Comune venisse sciolto per infiltrazioni camorristiche, pronto a tornare in campo. E c’è di più, l’ex primo cittadino apre alla sindaca Cecilia Francese, sua acerrima nemica durante i primi anni in cui l’endocrinologa battipagliese ricopriva il ruolo di consigliera comunale d’opposizione.

«Nei prossimi giorni avvieremo una discussione politica-programmatica con la sindaca prima, e poi con le altre associazioni e gli altri movimenti» si legge in una nota stampa scritta a 32 mani e diramata il giorno del Lunedì in Albis. Sì, perché in calce porta la firma di tutto il gruppo storico dei cosiddetti “ex Santomauro”: c’è l’ex assessore Massimiliano Casillo, il consigliere comunale Egidio Mirra, e ancora Enrico Alfieri, Alfonso Amato, Salvatore Anzalone, Gennaro Barlotti, Marco Bonavita, Valter Calenda, Angelo Giannattasio, Piero Lascaleia, Luca Lascaleia, Feliciana La Torre, Francesco Manzi, Alfonso Pace, Giovanni Santomauro, Pasquale Tramontano. 

Tutti pronti per il grande ritorno. L’ala dissidente del centrosinistra battipagliese, che non vede nel nome di Antonio Visconti la giusta sintesi per provare ad amministrare la città, prova il colpo di coda tentando di siglare un patto che ricorda quello del Nazareno, quando i due rivali Matteo Renzi e Silvio Berlusconi trovarono l’intesa di governo. Un’associazione che si chiamerà “Battipaglia 2021” e che nasce «dall’amara consapevolezza che la drammatica emergenza sanitaria, sociale ed economica che stiamo vivendo per gli effetti della pandemia, non ha cambiato il modo di fare politica» prosegue la nota. E infine, la stoccata al centrosinistra: «Abbiamo assistito alla solita commedia-buffa messa in scena dai partiti, che hanno costituito tavoli-laboratori politici con contorno di comparse, con l’unico obiettivo di imporre a tutti il solito nome calato dall’alto».