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Reportage dall’ex Tabacchificio fatiscente di via Rosa Jemma: cumuli di rifiuti, tetto scoperto e il “cimitero” delle auto d’epoca. Tra i beni comunali “in buona manutenzione” è quello che vale di più: oltre 7 milioni di euro.

Il cielo che s’intravede dal tetto crollato, i cumuli di rifiuti d’ogni tipo abbandonati da anni e perfino auto d’epoca lasciate a prender polvere. Sembrerebbe l’istantanea dei reportage dalle città del Medio Oriente o dalle favelas brasiliane, e invece è la fotografia dell’ex Tabacchificio di Battipaglia, il bene più prezioso che il Comune di Battipaglia prova a vendere da una decade circa, senza successo, annoverato tra quelli che una delegazione dell’amministrazione guidata dalla sindaca Cecilia Francese, durante l’audizione dello scorso novembre dinanzi ai magistrati della Corte dei Conti, ha definito «in buona manutenzione». Eppure qui non siamo a Baghdad o a Rio de Janeiro. Siamo a Battipaglia, nella città capofila della Piana del Sele, in via Rosa Jemma, lì dove fino agli anni ‘60 le “tabacchine” lavoravano le foglie di tabacco per esportarlo in tutta Europa. Oggi, in quell’area, ci sono la sede dei vigili urbani e gli uffici di “Alba”, la società in house dell’Ente che s’occupa di rifiuti e manutenzione.

IL CIMITERO DELLE AUTO D’EPOCA

In mezzo, le macerie, i capannoni inagibili dell’ex Tabacchificio, che attendono una riqualificazione da tempo immemore, e il “cimitero” delle auto d’epoca, nell’area contigua all’ingresso della caserma dei vigili dove tre anni fa crollò pure un costone della struttura danneggiando un’auto della polizia municipale. C’è perfino una Fiat 124 Spider, modello Cs1, fabbricata nel 1975: apparteneva ad un uomo d’Ogliastro Cilento, classe 1955. Probabilmente un tempo è stata sequestrata dai vigili urbani. Ed è rimasta lì. Ha 47 anni: nel mercato delle auto d’epoca, vetture simili – ovviamente in condizioni migliori – valgono pure 20mila euro. È stata abbandonata, accanto ad un’altra auto ancora più vecchia: non ha più neppure lo stemma. È una britannica, una Triumph Spitfire Mk4, probabilmente del 1970. E poi ci sono una vecchia Fiat Uno ed una Volkswagen: le hanno dimenticate lì, a via Rosa Jemma. Nell’ex tabacchificio in «buona manutenzione».

MANUTENZIONE MAI AVVENUTA

Anche se, di manutenzione, non s’intravede neppure quella senza epiteti qualitativi. Non c’è mai stata. Ci provò l’ex sindaco Fernando Zara, quando mise in piedi la Stu, società nata in seno a quell’amministrazione per acquistare la proprietà del bene, riportata poi in bonus nel 2005 dal sindaco Alfredo Liguori. In quell’area dismessa e fatiscente s’immaginò di costruire il più grande centro direzionale campano dopo quello già presente a Napoli. Uffici, attività imprenditoriali, un polo scientifico e tecnologico di ricerca, un cinema e una torre di 22 piani. Era questa l’idea, che ricevette pure un finanziamento di 5 milioni di euro dalla Regione Campania. Nel 2009, sotto la guida del sindaco Giovanni Santomauro, la società fu “parcheggiata” prima e poi messa in liquidazione.

Del maxi-progetto e della riqualificazione nemmeno l’ombra. Poi arrivò il diktat della Corte dei Conti, per tenere fede al piano di riequilibrio finanziario al quale Battipaglia aderì per evitare il dissesto, che impose la vendita di quel bene che vale 7 milioni di euro. Ma dopo l’uscita «aritmetica» dal piano di riequilibrio finanziario, le opzioni per l’Ente sono diventate due: venderlo o metterlo a reddito. E così l’amministrazione comunale guidata da Cecilia Francese, nelle settimane scorse, ha reso noto che l’ex Tabacchificio «non è più in vendita». L’idea? Realizzare un Expo. «A Battipaglia manca un polo fieristico – ha ricordato la sindaca Francese nelle scorse settimane – e il Tabacchificio potrebbe essere la sede giusta posizionandosi ad appena un chilometro dalla stazione e dall’autostrada». Potrebbe ospitare pure un museo d’auto d’epoca.