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Ok dalla Regione Campania per il piano di maxi-piantumazione del bosco per risanare le coline sfregiate in località Castelluccio.

La riqualificazione delle colline del Castelluccio passa dal risanamento della cava dei Terralavoro: ecco il piano per la maxi-piantumazione del bosco. Da Palazzo Santa Lucia è arrivato l’ok: Simona Brancaccio, avvocatessa e dirigente per le Valutazioni ambientali in Regione Campania, lo scorso ottobre ha messo nero su bianco l’istanza per il rilascio del provvedimento autorizzatorio per il progetto di coltivazione e ricomposizione ambientale della cava situata in località Castelluccio, nell’area Nord della città a 2 chilometri dal centro urbano, e ai piedi del più famoso castello medievale che svetta sulla Piana del Sele, edificato nel 1080, e oggi di proprietà della famiglia Santese.

COLLINE SFREGIATE: I TERRALAVORO RISANERANNO L’AREA DELLE CAVE

Ad occuparsi dei lavori, che dureranno otto anni, sarà la “Cogeter” con sede a Eboli dei fratelli Mario e Antonio Terralavoro. Due le esigenze che hanno spinto i Terralavoro a presentare la proposta progettuale: la sistemazione dei fronti di cava che, allo stato attuale, presentano diverse criticità connesse ai fenomeni di erosione della superficie e la sistemazione di tutto il sito d’estrazione che, ad oggi, si legge nella relazione di presentazione del progetto, presenta «un assetto morfologico caotico e disordinato». L’obiettivo, dunque, è quello di ricomporre l’ambiente naturale, e di conseguenza garantire anche un riutilizzo del suolo restituendo un ordine con il contesto paesaggistico e ambientale delle colline del Castelluccio, lì dove nel 2014 arrivarono le forze dell’ordine per porre i sigilli sulla cava. Sette ettari finirono sotto sequestro per deturpamento delle bellezze naturali, a seguito d’un’operazione condotta dalla polizia municipale di Battipaglia, all’epoca coordinata dal comandante Giorgio Cerruti unitamente all’Ufficio tecnico del Comune guidato da Osvaldo Amoroso.

BOSCO ULTIMATO ENTRO IL 2030

E adesso, quasi otto anni dopo, l’intervento di ripiantumazione e di riqualificazione dell’intera zona s’è reso necessario. Le operazioni interesseranno, complessivamente, circa 19 ettari di terreno, coinvolgendo sia l’area già oggetto di pregresse escavazioni, sia ulteriori 3 ettari come ampliamento rispetto al perimetro originario. Le coltivazioni, che avverranno dall’alto verso il basso, seguiranno interventi di risagomatura e rinverdimento delle aree, procedendo anche alla regimentazione idraulica delle acque di precipitazione meteorica lungo i fronti di scavo, al fine di prevenire qualsiasi fenomeno di ruscellamento incontrollato o di erosione superficiale. Le operazioni, però, non saranno ultimate prima del 2030. Otto lotti temporali, ciascuno da 12 mesi, più 6 mesi per l’ultima coltivazione per una durata prevista complessivamente in 8 anni e 6 mesi. Cento lunghi mesi d’attesa, e poi il tuffo nel passato: la parziale rivincita della natura: nell’area del Castelluccio, vituperata e abbandonata negli anni, tornerà a nascere un bosco. Un po’ di verde, in una città in debito d’ossigeno.