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Arrivati al Campolongo Hospital di Eboli trentuno pazienti positivi al Covid-19 dal centro “Juventus” di Sala Consilina

Eboli accoglie, mettendo da parte definitivamente l’ombra della paura per far spazio a un fascio di luce di solidarietà. Sono stati ricoverati nella mattinata di ieri, presso il Campolongo Hospital, i trentuno ospiti del centro “Juventus” di Sala Consilina. Un trasferimento che negli scorsi giorni era finito nell’occhio del ciclone, coinvolgendo cittadini e parti politiche in una decisione, quella di ASL e Regione Campania, rischiosa per l’intera comunità ebolitana.

In una mozione dei consiglieri di maggioranza, infatti, il trasferimento presso la clinica era stato aspramente criticato, perché il Campolongo Hospital era stato definito non idoneo, dal punto di vista strutturale e professionale, a fronteggiare l’emergenza: «Il nostro non è un NO all’accoglienza, tuttavia occorre ammettere con coscienza i limiti strutturali e professionali. Desideriamo in questo momento salvaguardare personale e famiglie che potrebbero loro malgrado essere veicolo del virus».

Si erano opposti al trasferimento anche il Comitato per la Tutela della Salute Pubblica, nella persona di Rosa Adelizzi, e la FISI, nella persona di Rolando Scotillo, lanciando online una petizione, che non ha raggiunto il risultato sperato, spinti dalla paura che il trasferimento dei positivi al Covid-19 da Sala Consilina potesse esporre al rischio di contagio la cittadinanza ebolitana.

Nella mattinata di ieri, al momento del trasferimento presso il Campolongo Hospital, era presente anche il sindaco di Eboli Massimo Cariello, lamentatosi in origine per non esser stato avvisato di tale decisione. Sul posto il primo cittadino ha constatato il rispetto di tutte le norme e le regole del caso, facendosi però portavoce di una richiesta all’ASL e al direttore Mario Iervolino: tamponi settimanali per il personale sanitario della struttura e delocalizzazione degli stessi, al termine del turno in clinica, in una struttura alberghiera, al fine di evitando così contatti con i familiari ed ulteriori rischi di contagio.

Cariello, infine, mette a tacere anche le polemiche: Eboli è una comunità aperta, che accoglie e accoglierà sempre.