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“Prysmian Fos”: i sindacati chiamano i vertici e aprono il tavolo di crisi. Chiesto un incontro urgente in Confindustria.

I sindacati chiamano i vertici di Prysmian e Confindustria. E la vicenda dello stabilimento “Fos” di Battipaglia diventa a tutti gli effetti una vertenza. Ieri pomeriggio, sulle scrivanie di Valerio Battista e Antonio Ferraioli, rispettivamente numeri uno del gruppo Prysmian e di Confindustria Salerno, è arrivata una lettera sottoscritta da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec. Il tavolo di crisi è ufficialmente aperto: i sindacati hanno richiesto un incontro urgente da tenersi già nei prossimi giorni. Meno d’una settimana fa, infatti, era scoppiata la bomba. «900 posti di lavoro a rischio» esclamarono in coro le segreterie nazionali lanciando l’allarme sul futuro della “Fos” di Battipaglia, lo stabilimento di via Spineta che danni è tra le più grandi realtà industriali dello Stivale nella produzione di fibra ottica. Oltre 300 lavoratori diretti, ai quali s’aggiungono altri 600 indiretti. Che adesso sono fortemente preoccupati.

Le voci che si rincorrono ogni giorno all’interno della fabbrica sono differenti. La politica è già scesa in campo: sia il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Michele Cammarano, hanno ammonito il governo nazionale per la scelta di privilegiare le piste d’Oriente anziché quelle nazionali per l’acquisto della fibra ottica, e il deputato di Leu, Federico Conte, ha già presentato un’interrogazione al ministro Vittorio Colao. Nel mirino è finito il bando nazionale per la fibra ottica, che sarà l’oggetto principale portato sul tavolo di crisi dai sindacati nell’imminente incontro che si terrà con Prysmian e Confindustria. Il Ministero dell’innovazione tecnologica, infatti, nel bando di gara nazionale per la produzione della fibra ottica ha optato per quella proveniente dalla Cina, di media qualità, ma evidentemente meno conveniente, penalizzando di fatto quella prodotto nello stabilimento “Fos” di Battipaglia.

LA PRYSMIAN SCEGLIE LA FRANCIA PER GLI INVESTIMENTI

Una scelta che ha indotto il gruppo Prysmian a spostare gli investimenti in Francia. Precisamente a Douvrin, nell’Alta Francia, comune di appena 5.000 anime, la metà di quanti ne conta il solo quartiere Sant’Anna di Battipaglia. Eppure è lì, «nella più grande fabbrica europea per la produzione di fibra», come si legge sul sito della multinazionale leader nei sistemi di produzione elettrica, che Prysmian fiuta l’affare. Perché il governo francese l’acquista in house. Rendendo più sicuri gli investimenti che Prysmian ha già fatto. Nel territorio d’Oltralpe sarebbero pronti 45 nuovi posti di lavoro.

Anche a Battipaglia, Prysmian decise di investire 60 milioni di euro. Era il 2017, e proprio alle spalle della “Fos” s’intravidero i primi lavori per realizzare un secondo stabilimento più piccolo. Una “mini Fos”. Ma a metà dell’opera Prysmian decise di fermarsi. Da oltre tre anni, in via Spineta non si muove una foglia. S’attendono garanzie dal governo nazionale per poter procedere, altrimenti i restanti 40 milioni che la multinazionale con sede a Milano ha intenzione di spendere per completare l’opera non verranno investiti. Adesso, il futuro della “Fos” e dei lavoratori dipende dalle scelte dei dicasteri romani. I sindacati, che tra le altre cose chiedono pure di discutere del piano industriale, sono pronti a dare battaglia: «Eventuali ritardi nella convocazione – si legge nella lettera – daranno corso ad azioni di carattere sindacale». Lo sciopero è dietro l’angolo. Da qualche giorno, novecento lavoratori s’interrogano sul proprio futuro. La prima risposta, nel tavolo dei prossimi giorni.