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Muore d’infarto in casa sua, ma il giorno prima aveva accusato un malore. Dall’ospedale lo hanno dimesso, e adesso la famiglia vuole fare luce sull’accaduto. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta sul decesso di Gino Granese.

Muore in casa per un infarto a 48 anni: la Procura della Repubblica apre un’inchiesta e sequestra salma e cartella sanitaria. Il decesso di Gino Granese, che mercoledì mattina ha sconvolto la comunità battipagliese, potrebbe avere delle responsabilità sanitarie. Sono le 8.30 del mattino, quando in via De Nicola, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Battipaglia, quando la madre di Gino Granese ritrova il suo corpo esanime. L’uomo è disteso a terra e non dà segni di vita. Sul posto arriva, repentina, un’ambulanza per eseguire un massaggio cardiaco. Tutto inutile, perché il cuore di Gino aveva già smesso di battere a causa d’un infarto fulminante. Una morte naturale, ma col giallo dei giorni precedenti.

L’altro ieri, di sera, infatti, i familiari di Granese si sono recati in via Consolini, nella caserma dei carabinieri di Battipaglia guidata dal comandante Vitantonio Sisto, per sporgere denuncia. Il giorno prima del decesso, il 15 marzo, l’uomo aveva avvertito un malore: un fortissimo dolore al petto che destava preoccupazioni. Di qui la decisione di recarsi all’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia. I sanitari, però, dopo una serie di accertamenti non hanno ritenuto necessario trattenerlo, invitandolo a tornare a casa e di tornare il giorno successivo nel caso la i problemi persistessero. Poi, in meno di 24 ore, la tragedia, probabilmente consumatasi nella notte prima che all’alba la suocera scoprisse tutto.

LASCIA MOGLIE E DUE FIGLI

Un infarto ha stroncato la vita di Gino, 48enne molto noto in città, titolare per diversi anni d’un negozio di abbigliamento in centro, e da sempre dedito ad attività di piccola impresa. Lascia la moglie, Michela Bovi, dipendente di una nota pizzeria di via Italia, e due bambini di 11 e 3 anni. Adesso la Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Salerno, ha bloccato la salma e sequestrato la cartella clinica su disposizione del pm Simone Teti a seguito della denuncia. Presumibilmente, prima di lunedì prossima non verrà disposto l’esame autoptico. Motivo per il quale bisognerà attendere quantomeno la settimana prossima per celebrare i funerali del 48enne. La famiglia Granese verrà assistita dal legale battipagliese Maurizio Dati. È in corso anche l’identificazione di tutti i sanitari del Pronto soccorso del “Santa Maria della Speranza” che hanno trattato il caso. Dopodiché saranno formalmente iscritti al registro degli indagati e, a loro tutela, destinatari di avviso di garanzia per poter assistere all’esame autoptico con dei consulenti di parte. Le prossime ore saranno decisive per fare luce su quella che, inizialmente, è sembrata una morte naturale come tante. E che invece potrebbe avere dei responsabili.