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Battipagliese doc, la 23enne Sabrina Dente apre le porte della sua arte, tra passione, lotta e affermazione di e per se stessi: «Nelle mie opere la bellezza dei colori è la vera protagonista»

Giovanissima eppure con passione da vendere. Nel microcosmo di talenti che abitano Battipaglia e che restano, purtroppo, fuori dai riflettori, punta a ritagliarsi un suo spazio Sabrina Dente, artista 23enne che con i suoi dipinti illustra le mille sfumature e bellezze dei colori, ne osanna la meraviglia, la stessa che ha assorbito dalle opere di artiste che l’hanno ispirata, come Inès Longevial Julia Vanderbyl.

Scopriamo questo giovane talento, dalla lotta in nome della bontà dell’artigianato a quella per se stessa, contro un’indole introversa che non sempre le hanno permesso di mostrarsi fuori dal proprio guscio, fino a tutto ciò che oggi, attraverso i suoi quadri, vuole raccontare al mondo e alla sua città.

Raccontaci qualcosa in più sulla tua passione per la pittura. Quando nasce?

Mi è sempre piaciuto disegnare, era uno dei miei passatempi preferiti anche da bambina, seppure non fossi affatto brava. Sono la seconda di tre figli e ho deciso di iscrivermi al liceo artistico grazie a mia sorella, che in quegli anni lo frequentava e inconsapevolmente mi affascinava con i suoi lavori. I primi anni di liceo avevo perso totalmente l’interesse che avevo maturato nei confronti del disegno, un po’ per l’atteggiamento dei professori e un po’ perché i miei lavori non mi soddisfacevano neanche lontanamente. I miei occhi e le mie mani non erano ancora inclini all’arte. Disegnavo, sì, ma non riuscivo a raggiungere il realismo che avevo in mente, e quindi cercavo di trasformare gli schizzi in una sorta di illustrazione.

Durante il quarto anno di liceo, un pomeriggio decisi di fare un ritratto di Arthur Rimbaud e una volta concluso ero incredula, era il disegno meglio riuscito. Da quel momento, all’improvviso la matita nelle mie mani aveva cominciato a muoversi da sola. Nello stesso anno ho sperimentato la pittura ad olio per la prima volta. Anche se la matita non mi intimoriva più come i primi anni, la pittura era un’esperienza del tutto differente e ne ero terrorizzata.

Sono stati tanti i lavori che mi hanno delusa, ma con la pittura era diverso: i colori e la loro consistenza accrescevano a ogni errore il fascino di quella tecnica, più sbagliavo e più ero entusiasta di cominciare un nuovo dipinto. Durante il quinto anno di liceo non riuscivo a smettere di essere produttiva, nelle ore più intense mi chiudevo nella mia bolla e non c’era altro che il dipinto davanti a me e l’immagine da ripetere nella mia testa.

Tutt’oggi mi sento così: quando sento di dover dipingere, è l’unica cosa che posso fare. È una sensazione difficile da descrivere, è irrefrenabile, devo farlo e basta. Quando non ne ho la possibilità, non penso ad altro e mi sento turbata se non riesco a soddisfare quell’esigenza. Negli ultimi anni di liceo senza troppe storie ho rubato la valigetta dei colori ad olio a mia sorella e la utilizzo tutt’ora. Adesso lei si dedica al crochet, ma l’uncinetto glielo lascio.

Cosa vorresti esprimere agli occhi di chi ammira le tue opere?

Cerco di concentrarmi sulla bellezza dei colori, sulle sensazioni che emanano i soggetti dei miei quadri, e tutte le sfumature che accompagnano le pennellate. Non ho mai pensato agli occhi di chi ammira le mie opere, ho sempre dato per scontato che debba essere solo io a vederle.

Da dove parte un’opera di Sabrina Dente? Cosa ti ispira maggiormente?

Per tanto tempo mi sono interrogata su chi sarebbe potuto essere il protagonista o la protagonista dei miei lavori, e come ogni artista tante volte questa domanda ha bloccato il flusso di ispirazione del momento e mi ha costretta in una sorta di limbo. Poi ho capito che la maggior ispirazione per me sono le persone che fanno parte della mia famiglia, i miei affetti, le persone che ammiro e gli animali a cui sono affezionata.

Quali sono gli artisti che hanno maggiormente plasmato il tuo modo di vivere e creare arte?

Sorprendentemente gli artisti a cui sono molto legata non sono i grandi della storia, seppure io sia estremamente incantata dalle loro opere. Le pittrici che governano il mio cuore e che mi hanno insegnato la magnificenza dell’incredibile gamma dei colori esistenti sono Inès Longevial, Julia Vanderbyl e Caroline Eleanor.

Quanto è dura essere un artista emergente al sud e nel caso specifico a Battipaglia?

A dir la verità, è da poco che mi sono esposta nel mondo dell’arte. Anche se sono sempre stata attiva non mi sono mai mostrata al pubblico, a tal punto che molte persone neanche erano a conoscenza di questa mia passione. I miei quadri sono sempre stati esposti soltanto a casa mia. È da quando ho cominciato a mostrare i miei dipinti sui social che ho cominciato a ricevere diverse commissioni e a partecipare a diversi eventi. Sono molto introversa, quando mi trovo con persone che non conosco o in situazioni che non mi sono familiari mi sento a disagio, quindi rendere pubblici i miei lavori è stato un grande passo, anche se potrebbe sembrare minimo. Ne sono molto fiera, e spero che più in avanti non sia così tanto dura come può sembrare.

Cosa vorresti chiedere in merito alla tua città natale? Come una sorta di appello a nome degli artisti.

Vorrei che le persone la smettessero con le lamentele su eventuali prezzi e pagamenti. L’artigianato costa perché dietro c’è materiale, tempo e passione. Altrimenti come vive l’artigiano? Piuttosto che comincino a preferire gli artisti autonomi a persone incompetenti e completamente disinteressate all’arte, che sfruttano artisti guadagnando dieci volte la loro paga. Valorizzate il lavoro degli appassionati, le loro opere saranno eccellenti e non vi deluderanno.

Ti vediamo anche creare contenuti social per promuovere i tuoi lavori. Quanto sono necessari i social oggi per dare luce all’arte “fuori dai riflettori”?

I social mi hanno aiutata molto, anche se non sono portata per l’intrattenimento. Fatico nell’essere attiva sui social e trovo davvero molta difficoltà a riprendermi mentre dipingo. Per farlo dovrei assumere una posizione decisamente scomoda che inoltre influirebbe sulla resa del lavoro. I contenuti che vedo online spesso possono far credere che crearli sia facilissimo, ma non è così. I social sono fondamentali per me e per la mia meta; in un modo o nell’altro, anche se si è negati, bisogna farsi aiutare da qualcuno più bravo, o imparare, come provo a fare io.

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