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Rossella Pastore spalanca le porte del suo laboratorio ad Olevano Sul Tusciano, lì dove, con le sue mani, dà una seconda vita agli oggetti, restaurando memorie

A vederla sembrerebbe quasi come se Janis Joplin fosse riuscita a sfuggire al destino, congelandosi nel tempo e scegliendo una nuova vita ad Olevano Sul Tusciano. Rossella Pastore però con Janis Joplin ha in comune soltanto quella folta e indomabile chioma, oggi suo tratto distintivo nell’avventura artistica che ha intrapreso, che fa riecheggiare nell’aria del suo laboratorio le note di una “Summertime” senza tempo.

«Sono una restauratrice e recupero ciò che è andato via nel tempo». Con queste poche e semplici parole comincia la chiacchierata con Rossella Pastore, mentre i raggi del sole più caldo dell’estate attraversano le finestre e trafiggono l’interno del suo laboratorio ad Olevano Sul Tusciano, ricco di mobili da ritoccare, alcuni lavori già partiti ed altri in attesa del loro momento. Ricco, in qualche modo, di storie.

Il laboratorio di Rossella Pastore

Una missione, oltre che un lavoro, per Rossella, che s’illumina quando parla di ciò che fa tra quelle quattro mura: «Il gioco consiste nel partire da un oggetto alla quale si è legati e recuperarlo. Recuperare una memoria, riadattandola alla contemporaneità pur preservandone il ricordo». Un’avventura iniziata ormai già da un po’ per l’artista, sotto il nome di un vero e proprio brand: “C.H.I.O.M.A.“, «fa riferimento ai miei capelli – spiega – ma è anche un acronimo. “Chi Ha Idee Osi Ma Adesso”».

Nel passato di Rossella Pastore c’è l’Australia, terra che ha abbandonato per tornare in Italia, a Milano per l’esattezza, dove ad attenderla c’era la scoperta di una consapevolezza: «Ho capito lì che la stylist non sarebbe stato il mio futuro. Delle emozioni contrastanti mi hanno portato ad affrontare i miei punti di forza e le mie debolezze. Oggi mi considero una creativa troppo romantica. Ho raccolto queste caratteristiche, le ho unite tra loro e ho giocato con i miei difetti, costruendo la mia dimensione».

Rossella Pastore

L’avventura come restauratrice è partita sulla spinta di una conoscente, che le affidò una cassapanca: «Ha creduto in me – afferma quella che su Instagram si presenta come “Restauratrice di memorie” – e adesso quella cassapanca ha una nuova vita». È raccontando le storie dei vari pezzi di mobilia che le sono passati tra le mani nel corso del tempo che qualcosa nell’aria si fa evanescente, come se brandelli di vissuto riemergessero dal nulla e si concretizzassero nella mente.

Proprio a proposito di ciò, interrogata sul progetto che più di tutti l’ha emozionata, Rossella Pastore non ha dubbi: «Hai presente quelle poltroncine da telefono degli anni ’50, quelle composte da una parte da un tavolino dove sistemare la cornetta e dall’altra una poltroncina su cui sedersi per parlare in comodità? Una donna anziana se ne stava liberando. L’ho recuperata pensando alle mille storie che sono passate per quella poltroncina, quanti di avranno riso, pianto, sofferto e gioito, parlando al telefono. L’ho salvata dal macero, oggi splende di nuovo».

Panche, tavoli, sedie, lampade. Sono tanti gli oggetti su cui la “Restauratrice di memorie” da fondo alla propria creatività, ma non solo. A catturare l’attenzione, all’interno del suo laboratorio, sono anche delle speciali tele che, con raffinatezza e gusto, giocano con il concetto dell’eros e della più profonda e sfacciata sensualità: «Recupero dei corredi antichi, decontestualizzandoli e disegnando riferimenti erotici. Lenzuola ideate per la prima notte di nozze, pensate per avvolgere l’estremo attimo di purezza di una donna, oggi diventano tela di tutto ciò per cui proviamo vergogna, tutto ciò che è tabù, ma in una chiave delicata ed elegante».

Rossella Pastore

Il recupero di oggetti che passa per il recupero delle proprie radici. Cosa che d’altronde lei stessa ha provato sulla propria pelle, e la decisione di aprire il proprio laboratorio ad Olevano Sul Tusciano ne è la dimostrazione: «Recupero ricordi, ed io ho recuperato le mie radici – racconta -. “C.H.I.O.M.A.” parte da qui, poi non è detto che in futuro non possa emigrare altrove. Però il senso di appartenenza è sempre stato più forte della voglia di arrivare».

Il laboratorio della “Restauratrice di memorie” è sempre affamato di nuove storie da adattare al presente. Storie e ricordi il cui recupero può vedere in qualità di protagonisti anche i proprietari stessi degli oggetti: «Una persona può collaborare all’idea, essere parte della progettazione e insieme confrontarci sul contesto da esplorare e a cui adattare l’oggetto. Chiunque può essere parte della sua nuova vita».

Lì, dove ad Olevano nuove e passate storie s’incrociano, e un vecchio disco suona in lontananza: “Summertime, time, time… child, the living’s easy…“.