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Raffica di decreti ingiuntivi per il nuovo cimitero di Battipaglia: sono 73 le cause pendenti. E arriva l’ultimatum per il Comune: «Bisogna pagare».

Pioggia di decreti ingiuntivi: arriva l’ultimatum per il Comune di Battipaglia. È quanto emerge dalla nota prodotta dal responsabile del settore avvocatura dell’Ente di piazza Aldo Moro, Gennaro Izzo , che ha relazionato in merito ai numerosi decreti ingiuntivi arrivati a Palazzo di Città a partire dal 2018. E c’è pure l’elenco definitivo: sono 73 i concessionari di cappelle o edicole funerarie nel nuovo cimitero che hanno fatto causa al Comune e tantissime altre le famiglie le quali, pur non avendo presentato nessuna opposizione, risultano comunque creditrici nei confronti dell’Ente.

Un aggiornamento delle potenziali passività, e di sollecito a impegnare la spesa, resasi necessaria anche per mettere in stato di allerta l’amministrazione comunale circa l’entità del rischio. Cifre da capogiro che, solo relativamente ai 73 concessionari oggi in causa con il Comune (tra gli avvocati ci sono Michele Terribile, Gianfranco D’Alessandro Paola Contursi), s’aggirerebbe intorno ai 430mila euro. Condizionale d’obbligo, perché da una parte la proposta conciliativa, da Palazzo di Città, equivale a riconoscere il 35% in meno circa di quanto spetterebbe ad ogni concessionario. Fatta eccezione per 14 di quest’ultimi, il valore delle cause è di 8mila euro a testa. Quello della transazione, invece, è 5mila euro escluse le spese processuali.

CIMITERO: OPPOSIZIONI AI DECRETI INGIUNTIVI SENZA PROVE SCRITTE

Un risparmio di oltre 450mila euro su un totale che sfiora il milione di euro. Ma la maggior parte dei concessionari sembrerebbe intenzionato ad andare avanti per ottenere l’intera cifra, spese legali comprese. E alcuni giudici hanno già dato l’ultimatum per liquidare la somma, scaduto il 30 novembre scorso, con l’aggravante del tempo perso: «La tesi dell’Avvocatura comunale si è basata sulla relazione dettagliata del Settore tecnico e serviva soprattutto a consentire che il Comune addivenisse a una soluzione complessiva della procedura con la restituzione di quanto effettivamente dovuto ai concessionari» si legge nella nota di Izzo. E un provvedimento del Tribunale di Salerno, per la stessa e identica questione, a firma del giudice Daniela Oliva, riconosce che l’opposizione al decreto «non è fondata su prova scritta idonea a negare l’esistenza del fatto costitutivo del credito».

I CONCESSIONARI BATTONO CASSA

Tempo scaduto: i concessionari battono cassa, e adesso il Comune dovrà pagare. Proprio nei giorni in cui la nuova amministrazione comunale ha ottenuto il via libera dalla Corte dei Conti per uscire dalla procedura di riequilibrio finanziario che aveva tenuto l’Ente sotto scacco dal 2014. Intanto, l’incompiuta battipagliese festeggia l’undicesimo anniversario: nel 2010, l’allora sindaco Giovanni Santomauro mise a disposizione 12 milioni di euro per realizzare le edicole funerarie. E sulla scorta di quel denaro, si cominciarono a fare avanti i diversi concessionari che, oltre a siglare i contratti con l’Ente, iniziarono pure a pagare. Un anno più tardi, però, la gara d’appalto se l’aggiudicarono due ditte: la “Tecnobuilding” e la “Vivai Piante Sica”, ma con un ribasso del 35 per cento. Insorsero i concessionari che chiesero la restituzione bloccando di fatto i lavori. Arrivarono le varianti in corso d’opera, e il Comune rimandò la restituzione del denaro al termine dei lavori. Che, ad oggi, non s’intravede neppure. I decreti ingiuntivi sì. Sono 73, finiti nelle mani degli avvocati: atti che, in attesa delle “quiete eterna” e delle nuove edicole funerarie per i defunti, fanno tremare le casse dell’Ente. E i battipagliesi.