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Nella conferenza stampa convocata da Egidio Mirra e dall’ex assessore Massimiliano Casillo, il consigliere comunale non esclude una candidatura a sindaco nel 2021. Tra gli argomenti toccati, l’aumento della TARI e il fattore di pressione ambientale.

Non escludo una candidatura a sindaco nel 2021” lo ha affermato il consigliere comunale d’opposizione Egidio Mirra durante la conferenza stampa convocata questa mattina al Comune di Battipaglia. Mirra ha precisato che il manifesto comparso in città “non è legato in alcun modo alla sua eventuale candidatura a sindaco nel 2021. L’ho scritto per rivendicare l’ingiusto scioglimento che ha pagato la città di Battipaglia. E perché sono rammaricato: pensavo che sarebbe tornata la politica a Battipaglia nel 2016 ma dal 2013 a oggi non è cambiato nulla, né con i commissari né con l’amministrazione Francese. Anzi a me pare che sia stato fatto un passo indietro visto che si discute di ricapitalizzare Alba o addirittura chiuderla“.

Sulla questione TARI, Mirra precisa: “La vicenda è collegata ad Alba. Quest’amministrazione richiama sempre il passato ma sono tre anni governa, e non è vero che in passato nessuno si è interessato. Nel 2009 ci fu la scissione tra Alba e Nuova con il passaggio ad enti locali e la Corte dei Conti archiviò il danno. Risparmiammo 450mila euro in un anno, e 46 dipendenti passarono da contratto edile a contratto enti locali con regolare certificazione del passaggio sempre da parte della Corte“.

Anche durante l’amministrazione Santomauro la tassa sui rifiuti aumentò, ma era il periodo in cui partì la raccolta differenziata: “Su Alba voglio precisare che durante l’amministrazione retta da Santomauro, facemmo partire la raccolta differenziata per far diventare Battipaglia una città civile. Ci fu anche un censimento dove coinvolgemmo persino l’Imam e superammo i 50.000 abitanti, portando pure la differenziata oltre il 54%. Due fattori che ci consentirono di accedere ai fondi del Più Europa e al Pics. Fondi dei quali oggi beneficia questa amministrazione“.

E sul fattore di pressione, ammonisce il governo cittadino: “Non entro nel merito della delibera, ma il metodo è sbagliato. Se domani fanno una conferenza dei servizi per l’ampliamento – dice Mirra – che parere porta Battipaglia? Solo quello urbanistico. Se l’indice di pressione non viene recepito dalla Regione (per quanto riguarda il piano) e dalla Provincia (per l’ubicazione) è una delibera che non serve a nulla. Anche perché non sono stati calcolati i rischi tra quantità assentite e quelle lavorate. Le quantità autorizzate non sono necessariamente quelle lavorate“.

L’ex assessore Massimiliano Casillo, invece, ha cercato di spiegare dal punto di vista tecnico come l’operazione verità – a suo parere – sbandierata dall’amministrazione Francese, presenti delle falle: “Secondo i dati regionali siamo 314esimi per raccolta differenziata, nel 2013 eravamo 26esimi. Partendo dalla loro tabella, e confrontando le prime due colonne, quella sul monte rifiuti e quella sulla differenziata, ci accorgiamo che dal 2009 al 2013 abbiamo abbassato il monte rifiuti e automaticamente le tasse. Dopo, con i commissari e con la Francese è aumentata progressivamente”. L’errore, secondo Casillo, è stato in investire sulla raccolta differenziata “Non hanno saputo investire o non lo hanno voluto fare. Il servizio offerto è scadente, i costi sono aumentati per il fallimento della gestione. Perché se paghiamo secco e indifferenziato, dovremmo guadagnare dal conferimento degli altri rifiuti. Con il Conai siamo passati da 385mila euro a 135mila euro, questo significa che i rifiuti vengono “regalati” ai privati che la smaltiscono. E questa è una scelta“.

Sui 5 milioni di cartelle esattoriali risalenti al governo Santomauro, Mirra e Casillo precisano: “Nel 2012 non si poteva fare la rottamazione, ma si poteva solamente dilazionare. Concordammo con l’ufficio delle imposte la rateizzazione. E nel 2016, con Onnembo assessore, hanno aderito alla rottamazione e potremmo discutere se il risparmio abbia creato più svantaggi di liquidità rispetto a pagare 5 milioni in 20 anni, ma non abbiamo le competenze tecniche“.