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Prime crepe nella maggioranza del sindaco sospeso Massimo Cariello, attualmente rimpiazzato dal Facente Funzioni Luca Sgroia. Si è dimessa Lucilla Polito, eletta nella lista “Eboli Popolare” con 553 voti e sorella del coordinatore di Forza Italia Paolo Polito.

Lucilla Polito si è dimessa dalla carica di consigliere comunale. Una decisione che era nell’aria già da diversi giorni, e che si è concretizzata oggi con una lettera inviata a mezzo stampa nelle ultime ore. Polito, sorella del coordinatore di Forza Italia ad Eboli, Paolo, ed eletta lo scorso 21 settembre con 553 preferenze ha scelto di abbandonare la maggioranza.

Al suo posto dovrebbe subentrare Carmine Busillo, primo dei non eletti nella medesima lista con 446 voti. “Lettera di un consigliere mai nato” è il titolo che Lucilla Polito ha deciso per ufficializzare la fine di un percorso brevissimo. Poco più d’un mese, e la maggioranza ha già le prime difficoltà. L’arresto di Massimo Cariello pesa come un macigno per chi ha il compito di trainare quest’amministrazione. Tenerla a galla in attesa che la magistratura faccia il suo percorso.

«Al di là del principio della presunzione di innocenza, rimane lo sconcerto nel leggere alcuni passaggi dell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari, riportate letteralmente dai giornali. Sbaglia, però, chi crede di poter addossare tutte le colpe solo a un leader; quel leader che anch’io ho sostenuto con i miei consensi elettorali; quel leader senza il quale non ha ragione di esistere la mia carica di consigliere, non ha ragione di esistere – a mio parere – l’intero Consiglio comunale. Auguro a tutti gli interessati di uscire indenni da queste vicende, per le quali interverranno non so quanti gradi di giudizio» scrive l’ex consigliera comunale.

Una presa di coscienza da parte della Polito che vuole tirarsi fuori da ogni coinvolgimento. «Potranno passare alcuni anni, forse mesi, magari solo qualche giorno; a me sono bastati pochi minuti per sentire l’eco della mia coscienza, per capire che qui non si giudicano questioni private, ma funzioni pubbliche. Cercare ad ogni costo le ragioni di una penosa sopravvivenza – conclude la lettera – o, peggio, tentare di derubricare questi eventi a fatti marginali e negare che essi avranno riflessi enormi sulla vita politica e civile della Città, significa – però – ingannare e ingannarsi, significa voler nascondere la testa sotto la sabbia. Io no, la testa semmai me la cospargo di cenere, ammettendo la mia parte di responsabilità, ma voglio tenerla sempre alta».