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Il Tribunale di Salerno si è espresso in merito al contenzioso tra Cisl e Comune di Battipaglia per le progressioni verticali: i giudici bocciano i sindacati, nessun comportamento illecito.

Il Tribunale di Salerno boccia la Cisl e dà ragione al Comune di Battipaglia in merito alle progressioni verticali. La denuncia dei sindacati arrivata a maggio scorso si è risolta nella giornata di ieri, quando il giudice Francesca D’Antonio ha rigettato il ricorso presentato dalla Cisl che, dal suo canto, aveva denunciato il comportamento anti sindacale dell’Ente di piazza Aldo Moro. Una vicenda che comincia ad aprile di quest’anno, quando Mino Amatruda, segretario generale della Cisl Salerno, in una nota indirizzata ai vertici dell’amministrazione comunale di Battipaglia, minacciò di agire per vie legali per non aver coinvolto i sindacati sul regolamento adottato dalla giunta a febbraio relativo alle progressioni verticali e agli scatti di carriera.

Secondo Amatruda ci sarebbe dovuta essere un’informativa preventiva e un confronto sul regolamento da adottare: omettendo ogni informativa e non consentendo la partecipazione all’iter di modificazione delle piante organiche e della regolamentazione sulla organizzazione degli uffici, secondo la Cisl l’Ente avrebbe violato le regole. Non erano dello stesso avviso a Palazzo di Città. In particolare l’assessore al Personale, Egidio Mirra, sottolineò «il sindacato ha preso fischi per fiaschi perché per quanto riguarda le progressioni verticali, così come prevede il contratto collettivo nazionale, non ci troviamo di fronte a un elemento di pre-consultazione ma solamente di comunicazione. Quindi per noi va tutto bene e continueremo così».

Il caso è finito nelle aule di giustizia, e proprio ieri il Tribunale di Salerno si è espresso rigettando il ricorso della Cisl e condannando quest’ultima al pagamento di 2.200 euro nei confronti del Comune. Il tentativo, da parte della sigla sindacale, era quello d’appellarsi all’articolo 28 dello statuto dei lavoratori. Una tesi che non ha convinto il magistrato che, oltre ad elencare tutta una serie di casi che prevedano un confronto o una contrattazione preventiva, ha in particolare evidenziato: «Il regolamento oggetto di approvazione ha pertanto ad oggetto la progressione verticale dei dipendenti tra aree e qualifiche già predeterminate attraverso procedure selettive di tipo comparativo stabilendo i requisiti di partecipazione generali, gli elementi di valutazione della procedura comparativa, i punteggi, la composizione della commissione esaminatrice e i criteri per la formazione della graduatoria finale. Si tratta, così come si evince dalla proposta deliberativa per la giunta comunale, di tipico atto organizzativo interno, integrante l’ordinamento degli uffici e servizi, che gli Enti locali, disciplinano con Regolamento anche con riferimento ai “procedimenti di selezione per l’accesso al lavoro e di avviamento al lavoro”». Un regolamento che, si legge nella sentenza, non va comunque ad incidere sugli andamenti occupazionali – già definiti dal piano di fabbisogno personale – così come «erroneamente dedotto dalla Cisl». Elementi, dunque, che hanno spinto il giudice ha rigettare il ricorso.