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La sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese, s’incatena dinanzi all’ospedale per denunciare le gravi criticità della struttura. E lancia un appello al direttore generale dell’Asl Salerno, Mario Iervolino. «Attendiamo una visita da tre anni, l’ospedale è a pezzi».

La sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese, ricorre alle catene. Per accendere i riflettori sulle criticità che l’ospedale “Santa Maria della Speranza” ha registrato negli ultimi anni. S’incatena, la sindaca, sino a quando non riceverà una risposta dalla direzione generale dell’Asl Salerno. L’appello, dunque, viene lanciato all’indirizzo di Mario Iervolino.

«Chi mi conosce sa che da anni porto avanti la battaglia per il nostro ospedale – commenta la prima cittadina -. Un ospedale che ha carenze di medici, infermieri e operatori sociosanitari, e che è stato totalmente abbandonato dalla direzione generale. Abbiamo perso circa 30 tra infermieri e O.S.S., i reparti sono stati dimezzati per carenza di personale, e ci sono persone che attendono da giorni di essere ricoverate. Abbiamo un reparto di medicina nucleare chiuso da ben nove anni».

La sindaca chiede rispetto. «Questo ospedale, alle porte della Piana del Sele, e questa città meritano rispetto: 46.000 accessi all’anno, è questa la media della struttura. Sono numeri significativi che indicano quanto sia importante e strategico. Chiedo al direttore generale che, dopo tre anni di richieste, venga a toccare con mano e registrare quali sono i reali problemi dell’ospedale» prosegue Francese. E sui tamponi? «Dobbiamo mandarli a Roccadaspide» risponde. E adesso, l’ultimatum a Iervolino: «L’aut aut non è stato rispettato, e ora sono costretta ad incatenarmi. Chi c’è dietro le spalle? Una città intera che grida vendetta».

I SINDACATI (CISL FP) DENUNCIANO LE CARENZE DELL’OSPEDALE DI BATTIPAGLIA

Anche i sindacati (Cisl Fp), tramite una nota diffusa a mezzo stampa, e firmata dal segretario generale Pietro Antonacchio hanno confermato le criticità che presenta l’ospedale di Battipaglia. «Per tenere alta la qualità assistenziale – dichiara Pietro Antonacchio – è stata predisposta una ulteriore riduzione dei posti letto rispettivamente intervenuta nei reparti di Medicina 9 posti letto, Ortopedia 10 posti letto e Chirurgia 13 posti letto, messa in atto per aumentare i posti letto contumaciali. Riapertura delle liste d’attesa e i lunghi tempi di refertazione dei tamponi molecolari determinano un sovraffollamento del pronto soccorso che deve assistere i pazienti in attesa di ricovero che si completa in non meno di 24/36 ore, passate tutte su barelle inidonee».

Rallentamenti e gravi carenze interne. «Tutto questo – continua la nota – provoca un rallentamento generale delle normali attività di Pronto Soccorso causando un’inevitabile aumento dell’attesa dei pazienti e costringe gli operatori a lavorare in condizioni di profondo disagio, considerata la carenza atavica di infermieri e di operatori socio sanitari in tutti reparti, dovendo garantire anche l’assistenza alberghiera. Grave è anche la situazione delle sale operatorie dove risultano al momento solo n. 11 unità infermieristiche realmente in servizio. Sarebbe opportuna – conclude Antonacchio – che la direzione sanitaria aziendale provveda ad effettuare una disamina complessiva delle esigenze e del fabbisogno organizzativo».