Tempo di lettura: 2 minuti

L’ennesimo faccia a faccia tra i dirigenti dell’azienda Maccaferri, la storica fabbrica di Bellizzi che ha chiuso i battenti avviando le procedure di licenziamento, i sindacati e le parti politiche. Ultimo tentativo di salvare l’azienda. E spunta la “cordata Volpe”.

Ieri pomeriggio, tutti rigorosamente connessi da remoto, si è tenuto un ultimo incontro per tentare di salvare i lavoratori della Maccaferri prima del giorno 15 maggio, termine ultimo fissato dall’azienda sia per rivedere gli accordi che per erogare il contributo economico in favore delle maestranze. Ad ospitare il summit, promosso dal presidente del consorzio Asi di Salerno Antonio Visconti, e dagli onorevoli Piero De Luca e Andrea Volpe, è stata Confindustria Salerno.

L’azienda ha ribadito, anche duramente, che la scelta di avviare le procedure di licenziamento e di chiudere lo stabilimento è oramai irrevocabile. Le proposte di ricollocazione degli operai andrebbero dunque a smantellare definitivamente una realtà produttiva del territorio divenuta storica negli anni. Quasi tutti i lavoratori dovranno trasferirsi fuori regione, dopo aver lavorato anche per 20 anni presso l’azienda di Bellizzi. I sindacati hanno ribadito la volontà di provare a discutere, invece, di dare continuità all’azienda anche in mano ad altri che non siano Maccaferri.

SPUNTA LA “CORDATA VOLPE”

«C’è una cordata di imprenditori salernitani pronta a rilevare l’azienda» ha fatto sapere il sindaco di Bellizzi Mimmo Volpe, presente ieri pomeriggio alla riunione. «Una soluzione è necessaria per consentire ai lavoratori di ricollocarsi – aggiunge il presidente dell’Asi Antonio Visconti – e non disperdere una realtà storica come la Maccaferri. Prendiamo atto delle posizioni dell’azienda, ma sarebbe opportuno un tentativo di conciliazione. C’è bisogno di uno sforzo da parte di tutte le parti interessate: i vertici aziendali, Confindustria e i sindacati. Bisogna garantire un futuro alle famiglie degli operai».

Anna Bilotti, deputata del Movimento Cinque Stelle sin da subito in prima linea al fianco degli operai, precisa: «Ringrazio Confindustria per aver organizzato l’incontro di questo pomeriggio, che rappresenta l’ennesimo momento di confronto per cercare di tutelare i circa 30 lavoratori dello stabilimento Maccaferri di Bellizzi, tra i primi artefici della fortuna di un’azienda che ha rappresentato un’eccellenza nel suo settore. Ma sono fortemente amareggiata dall’atteggiamento che i vertici del gruppo hanno tenuto e continuano a tenere con gli operai e ritengo una decisione scellerata quella di chiudere la fabbrica e di mettere fine a un’esperienza del genere dopo 70 anni. E, ancora una volta, rivolgo un accorato appello ai vertici di Maccaferri a onorare il marchio che rappresentano, perché non possiamo perdere un’eccellenza e tante professionalità nel nostro territorio».