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Insulti, fischi, applausi, interruzioni e pure l’intervento della Digos: l’ultimo consiglio comunale di Battipaglia, nel giorno dell’arresto del consigliere comunale Francesco Falcone, è stato più infuocato del solito.

Volano gli stracci in consiglio comunale. E per poco anche le mani. Giovedì scorso, l’aula consiliare è tornata ad infiammarsi come non accadeva da tempo. Non solo dalla platea, dove una folta delegazione di cittadini ha fischiato, o applaudito calorosamente, gli interventi dei consiglieri spingendosi anche al di là dei limiti consentiti, ma anche all’interno dello stesso parlamentino, dove quattro consiglieri sono stati protagonisti d’un acceso diverbio che per poco non è sfociata in uno scontro fisico. Tutto è partito da una lite verbale tra Salvatore Anzalone (Battipaglia 20 21) e Maurizio Mirra (Civica Mente), quest’ultimo definito più volte «terrorista» da Anzalone (che successivamente s’è scusato a più riprese). Una frase che ha però suscitato la rabbia del collega d’opposizione, l’ex funzionario del Comune Gaetano Marino che è stato trattenuto da Mirra, da Pino Cuozzo e da Pierpaolo Greco per evitare lo scontro fisico con Anzalone. Non ci ha visto più dalla rabbia nemmeno Pietro Cerullo che dai banchi situati nella “curva” (è il caso di dirlo, sembrava un clima da stadio) opposta si è unito alla zuffa.

DAL MINUTO 2:57:50 L’INIZIO DELLA RISSA IN CONSIGLIO COMUNALE

Momenti di alta tensione, con la sindaca Cecilia Francese e il presidente del consiglio Angelo Cappelli increduli per lo spettacolo indecoroso al quale stavano assistendo. È stata quindi necessaria un’ulteriore interruzione (il consiglio ne aveva subite già altre due in precedenza), con le forze dell’ordine entrate all’interno del cerchio per sincerarsi che tutto fosse risolto. Attimi concitati che hanno ricordato i consigli comunali pre-pandemia su Mgm quando la presenza delle forze dell’ordine e dei cittadini superava di gran lunga le centinaia di unità. A suscitare tanto interesse, giovedì scorso, il famoso distributore di carburante che dovrebbe sorgere in via Domodossola. Nonostante ci fossero ben 12 punti all’ordine del giorno, per 4 ore si è riusciti a parlare solamente della pompa di benzina. Tra striscioni ironici comparsi dalla platea, che inneggiavano a un passato nemmeno troppo remoto, e cittadini esasperati dalla poca chiarezza e dalle continue interruzioni. Si è risolto, in conclusione, con una disposizione da parte della sindaca di attendere 30 giorni prima del rilascio del permesso a costruire, al fine di analizzare le preoccupazioni e le lamentele dei cittadini in merito. La delibera di giunta, però, non è stata annullata così come richiesto nella mozione dell’opposizione.