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Rifiuti conferiti nell’ex Stir: mancano 80mila euro dal piano di rientro. Eco Ambiente si affida a un legale per il recupero crediti nei confronti della “Sviluppo Risorse Ambienti”.

Ottantamila euro di insoluto nei confronti di Eco Ambiente: adesso la società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Salerno batte cassa e s’affida a un legale per il recupero crediti. È quanto emerge da una determinazione del presidente del Cda di “EcoAmbiente”, Vincenzo Petrosino, che lo scorso 21 dicembre ha affidato l’incarico all’avvocato salernitano Saverio Sapia. In ballo ci sono circa 80mila euro di debiti che la “Sviluppo Risorse Ambienti” ha maturato nei confronti di “EcoAmbiente per il conferimento di rifiuti urbani indifferenziati presso l’ex Stir di Battipaglia. Una parte d’una morosità più ampia: oltre 400mila euro.

RIFIUTI CONFERITI NELL’EX STIR: ECO AMBIENTE BATTE CASSA

Debiti vecchi di oltre sette, fa sapere Petrosino, per i quali a settembre del 2019, tramite una nota inviata alla “Sra” di proprietà della famiglia battipagliese Palmieri , la società in house dell’Ente d’Ambito di Salerno pattuì un piano rateale di rientro: 7mila euro al mese per cinque anni a partire dal 10 novembre 2019 che avrebbero coperto morosità di oltre 400mila euro accumulato dalla ditta fino al 2018. Il piano fu sottoscritto dalla “Sra”, ma non fu rispettato. «La precitata società debitrice, nonostante i ripetuti solleciti inoltrati da “EcoAmbiente”, non ha onorato gli impegni assunti con la sottoscrizione del piano rateale di rientro: ad oggi, infatti, risultano infatti pagati solo 97.952,30 euro a fronte di 174.947,50 che avrebbero dovuto essere stati già versati», si legge nel documento a firma di Petrosino.

LA DIFESA DI PALMIERI: «ATTENDIAMO 1 MILIONE DI EURO DAL CONSORZIO»

Dei 180mila euro che la famiglia Palmieri avrebbe dovuto pagare ad Eco Ambiente, ad oggi risulta saldata appena la metà. E il 25 novembre scorso il consiglio d’amministrazione ha deciso di rivolgersi a un legale esterno per recuperare i crediti vantati. La scelta è ricaduta su Sapia, che costerà alle casse di “EcoAmbiente” circa 2mila euro. Sarà invece Vincenzo Caputo, responsabile unico del procedimento, ad occuparsi di verificare il regolare andamento del rapporto negoziale. «Dopo il mancato pagamento di tre rate – spiega Petrosino – scatta immediatamente il primo sollecito. Dopo il secondo sollecito, continuando i pagamenti a non pervenire, abbiamo messo in mora per il recupero delle somme. “Sra” s’occupa del conferimento dei rifiuti per conto dei comuni e per questo paga un corrispettivo ad “Ecoambiente”. Parliamo di fatture risalenti agli anni tra il 2011 e il 2013, e quando li abbiamo avvisati delle somme dovute loro si mostrarono disposti ad ammortizzare il tutto con un piano rateale comprensivo dei dovuti interessi». Nelle casse della società dell’Eda è arrivato poco più della metà di quanto ci si attendesse dall’azienda con sede a Polla, e di proprietà dei Palmieri, finita pure nell’occhio del ciclone nel 2020 per le 8mila tonnellate di ecoballe trasportate in Tunisia, causa d’un incidente diplomatico tra il paese africano e l’Italia.

Antonio Cancro, amministratore unico della ditta del Vallo di Diano, assicura che l’intenzione è cercare un accordo: «Abbiamo già dato mandato al nostro legale – spiega Cancro di cercare un accordo di transazione bonaria con Ecoambiente. La nostra intenzione è di pagare tutti debiti maturati sino ad oggi». Debiti che sarebbero figli dei mancati pagamenti da parte del Consorzio comuni bacino SA2. «Attendiamo circa 1 milione di euro – conclude Cancro – dal Consorzio e anche dagli oltre venti comuni che erano soci e che ci hanno fatto scivolare in questa grave crisi di liquidità. Purtroppo molti Enti pubblici stanno cercando di rallentare in tutti i modi, ma alla fine credo che dovranno pagare a stretto giro».