Tempo di lettura: 2 minuti

L’amministrazione comunale, a pochi mesi dalla scadenza del mandato, traccia il bilancio sui beni confiscati. Ecco il quadro aggiornato al 2021.

I beni confiscati alla criminalità organizzata, e successivamente restituiti alla collettività, a Battipaglia sono numerosi. Di recente, l’amministrazione comunale ha fornito un report sullo stato dell’arte delle diverse strutture sottratte alle Mafie che insistono sul territorio di Battipaglia. Molte opere sono ferme al palo da diversi anni, in attesa che vengano sbloccate le procedure per avviare finalmente le attività.

«In particolare, appare doveroso ricordare l’unità immobiliare sita in via Gonzaga, con concessione in favore della cooperativa Sociale “Freedom” avvenuta con approvazione di Giunta nel maggio del 2019. Parimenti, occorre evidenziare un terreno con annessi 2 fabbricati rurali in località Fosso Pioppo con delibera di Giunta di concessione avvenuta nel 2018 e finalizzata alla coltivazione delle varietà locali “Fiaschello Battipagliese”. E ancora, Da sottolineare la concessione per la realizzazione di un “Supermarket sociale” avvenuta nel 2017, successiva alla confisca di un’unità immobiliare, con destinazione commerciale in località Belvedere» si legge in una nota divulgata dalla sindaca Cecilia Francese.

passepartout
Il centro polifunzionale mai decollato, in via Leopardi 35

Un elenco al quale si aggiunge anche le unità abitative di via Sepe, via Montefalcone e via Moncharmont. Oltre al celebre “Passepartout“, il centro polifunzionale per migranti che da ormai sei anni è fermo al palo. Nei garage di via Leopardi, nei beni confiscati alla famiglia Ascolese, ci sono già tutte le attrezzature dal 2015, quando con un restyling che costò alle casse dell’Ente 50mila euro, la struttura fu messa a nuovo. «Tra non molto apriremo le porte di di Passepartout, un progetto che ha beneficiato di un finanziamento per circa 70.000 euro e che riguarda proprio un immobile confiscato alla criminalità organizzata» assicura l’assessore alla legalità, Stefano Romano.

ex materassificio
Gerlando Iorio consegna l’ex materassificio ai parroci. (A sinistra don Paolo Castaldi; a destra don Michele Olivieri

In via Catania, nel quartiere “Serroni”, invece, il Comune di Battipaglia assegnò alle comunità parrocchiali i beni dell’ex Materassificio.
Già da diversi anni sarebbe dovuto sorgere il cosiddetto “Polo della Carità”, gestito congiuntamente dalle varie parrocchie battipagliesi.
Un progetto fortemente voluto dai parroci don Michele Olivieri e don Ezio Miceli, che s’è però arenato nei cassetti degli uffici comunali.
Dovrebbe vedere la luce a breve, considerato che in uno degli ultimi Consigli Comunali se n’è discusso.

«Come approvato recentemente in Consiglio Comunale, tali lavori consisteranno nella demolizione e successiva ricostruzione del complesso immobiliare preesistente; interventi, questi, che non modificheranno le finalità e gli obiettivi fissati nella concessione restando il tutto subordinato alla realizzazione del “Polo Territoriale della Carità”, a sostegno delle fasce più deboli della popolazione» sottolinea ancora una volta l’assessore Romano. Senza dimenticare il celebre “Caffé 21 marzo”, il bene confiscato ad Antonio Campione, e assegnato all’associazione anticamorra “Libera”. Nel 2019 chiuse, in attesa del provvedimento della Giunta. Che è arrivato durante la pandemia, motivo per il quale l’attività non ha ancora ripreso.