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Emergenza migranti: chiudono i centri di accoglienza ad Eboli e Battipaglia. 40 smistati a Centola, ne arriveranno altri 74 nei prossimi giorni. Intanto 40 “fantasmi” cercano casa.

Nella città capofila della Piana del Sele è emergenza migranti. I 40 richiedenti asilo, che da lunedì mattina non hanno più una casa, dopo lo “sgombero” eseguito dalle forze dell’ordine al “RoDoPa” della famiglia Caprino, il residence che dal 2016 ne ha ospitati diverse centinaia, adesso sono in cerca di una collocazione. E a Battipaglia, dove la carenza di strutture è significativa, la paura che il destino dei 40 “fantasmi”, in attesa pure d’una sanatoria ormai da anni, possa prendere una brutta piaga è concreto. Lo conferma anche Rita Strollo, presidente della onlus “Ujamaa”, che dal 2013 opera sul territorio battipagliese occupandosi di migranti e promuovendo progetti di inclusione e solidarietà, che ha definito «allarmante» la situazione attuale.

Rita Strollo in un’iniziativa solidale il Senegal

«Le conseguenze saranno negative e ricadranno non solo sulle persone, ma anche sul territorio» afferma Strollo. Permessi di lavoro rinnovati ogni sei mesi, in attesa della sanatoria, e una difficoltà a trovare casa che potrebbe lasciare terreno fertile alla criminalità organizzata, da sempre alla finestra nel tentativo di adescare prede facili. «Molti di loro ci hanno già contattato perché non hanno abitazioni. E chi ha trovato un posto presso qualche connazionale, o grazie all’aiuto dei datori di lavoro, pagano a buon peso, sicuramente non potranno alloggiare per sempre. Il problema c’è, inutile ignorarla, ed è tragico: perché arricchiremo la delinquenza, in una città come Battipaglia che non è sicura più come una volta» continua la presidente di “Ujamaa”. Nella città dove il progetto “Passepartout”, lo sportello per i migranti, è fermo al palo dal 2013, e dove il Comune è in attesa che alcuni beni confiscati vengano utilizzati per l’emergenza abitativa, la prima speranza dista 10 mesi.

don ezio miceliSono i tempi tecnici che, a partire da giovedì, come confermato dal parroco don Ezio Miceli, saranno necessari per portare a termine i lavori del Polo della Carità: l’area cantiere aprirà giovedì prossimo. Ed entro il 2022, verosimilmente, nell’ex materassificio di via Catania, il bene confiscato alla criminalità organizzata, riconducibile all’imprenditore Antonio Campione, sorgerà la “casa degli indigenti” che ospiterà pure un dormitorio. Ma fino ad allora, le soluzioni scarseggiano. Quaranta degli ottanta richiedenti asilo “sgomberati” lunedì mattina sono stati smistati a Centola, dove il sindaco Carmelo Stanziola ha assicurato «che le operazioni sono stata eseguite regolarmente e senza alcuna protesta». E nella piccola cittadina cilentana, nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di altri 74 migranti. Probabilmente a seguito delle medesime operazioni che le forze dell’ordine stanno compiendo negli altri comuni. Come ad Eboli, dove il centro d’accoglienza straordinaria “Monti di Eboli” è stato svuotato nella giornata di ieri.

«Purtroppo in città mancano le strutture – commenta la sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese -. Io ogni giorno ho richieste e segnalazioni, anche da persone di Battipaglia, o sfrattate o comunque in cerca di alloggio. Le case popolari sono gestite da graduatorie salernitane, e siamo sempre in attesa che l’agenzia dei beni confiscati converta gli appartamenti confiscati da uso sociale ad emergenza abitativa». E il futuro del “RoDoPa”? Ancora incerto. Il residence di via Spineta, divenuto 5 anni fa il più grande Cas in provincia di Salerno, potrebbe divenire l’ennesima cattedrale nel deserto. E nella città della speculazione edilizia e delle case sfitte, per i 40 “fantasmi” richiedenti asilo non c’è ancora nessun alloggio.