Lavorarono a contatto con l’amianto, Cassazione: «Risarcite gli operai della Nexans»

0
2391
nexans battipaglia
Tempo di lettura: 2 minuti

Quattordici operai della Nexans vanno risarciti secondo la Corte di Cassazione che, lo scorso ottobre, ha pronunciato una sentenza in merito alla vicenda che ha riguardato le maestranze dello stabilimento battipagliesi: negli anni ’90 lavorarono a contatto con l’amianto.

Lavorarono esponendosi all’amianto, adesso la Corte d’Appello di Salerno dovrà pronunciarsi sul risarcimento che spetta ai 14 operai della Nexans, il colosso francese leader nel settore delle linee di trasmissione via cavo, che negli anni ‘90 furono a contatto con il pericoloso materiale fibroso. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione che ha gettato un colpo di spugna sulla precedente decisione della Corte d’Appello. Gli operai dello stabilimento di via Brodolini, nel 2016, portarono la vicenda in tribunale. Chiedendo un risarcimento dei danni per l’esposizione all’amianto avvenuta fino al 28 aprile 1994.

CASSATA LA PRECEDENTE SENTENZA: GLI OPERAI VANNO RISARCITI

La Corte, nel 2016, rigettò sia gli appelli principali che quelli incidentali, confermando la decisione di primo grado che, con riferimento, appunto, anche al riconoscimento di benefici previdenziali, la accolse parzialmente rivalutando la posizione contributiva di alcuni lavoratori nella misura dell’1,25. Dopo aver valutato, tramite un Ctu, l’arco temporale di riferimento durante il quale le maestranze si esposero all’amianto, i giudici salernitani evidenziarono due aspetti fondamentali: i materiali di amianto, già a partire dal 1991, erano stati gradualmente sostituiti con materiali simili ma non dannosi. La «quasi nulla» concentrazione di amianto in epoca successiva, confermata da alcune analisi chimiche eseguite nel 1996, convinse la Corte d’Appello ha giudicare non convincenti sia le motivazioni dei lavoratori, volte ad ottenere il riconoscimento di una maggiore e diversa esposizione, sia dell’Inps, tirata dentro nel giudizio, che invece negò in toto qualsiasi esposizione degli operai.

Ma i 14 operai, Renato Annunziata, Giuseppe Auletta, Vincenzo Barra, Roberto Borriello, Roberto Olimpio Celotto, Francesco Cortese, Fortunato Del Giorno, Giuseppe Di Martino, Rosario Lepre, Luigi Macellaro, Umberto Melchionda, Rosario Merola, Sergio Micera, Angelo Palladino e Michele Romano, difesi dall’avvocato Ezio Bonanni, non si arresero e decisero di ricorrere in Cassazione. E fecero bene, perché le toghe romane, lo scorso 19 ottobre, hanno cassato di fatto la precedente sentenza rimandando alla Corte d’Appello di Salerno, in diversa composizione, la decisione di quantificare il risarcimento dei danni che spetta agli operai della Nexans. Inoltre, in particolare per Rosario Lepre per Renato Annunziata, in relazione ai quali la Corte salernitana riconobbe solamente il coefficiente di 1,25, ai fini della rivalutazione pensionistica, la Cassazione ha stabilito che il coefficiente dovrà essere portato a 1,5 poiché la domanda fu presentata all’Inail entro i tempi stabiliti da un decreto legge che estese il regime previgente a tutti i lavoratori che prima del 2 ottobre 2003 avessero richiesto all’Inail la certificazione di esposizione all’amianto. Questa la decisione finale del presidente Umberto Berrino: gli operai dovranno essere risarciti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here