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Altre 13 settimane di cassa integrazione per gli operai della Cooper Standard. Da oltre un anno problemi con il microchip.

Altri tre mesi di cassa integrazione per gli operai della Cooper Standard. Il colosso statunitense, leader della produzione dei sistemi di tenuta per le automobili del gruppo Fca, lo scorso 10 dicembre ha ricevuto la comunicazione direttamente dagli uffici di via Madonna di Fatima di Confindustria Salerno che ha informato la direzione dell’azienda sulla proroga della cassa integrazione, la quale potrà interessare una punta massima di 304 lavoratori a fronte di un organico aziendale di altrettante unità. Una comunicazione che ha significato la formale attivazione della procedura per le prossime 13 settimane, a partire dal 13 dicembre scorso.

13 SETTIMANE DI CASSA INTEGRAZIONE

Fino a marzo del 2022, quindi, in Cooper Standard si andrà avanti con la Cig. Nei giorni dove il lavoro scarseggia, l’azienda ricorre alla cassa integrazione per risparmiare denaro, considerando anche la situazione deficitaria nella quale versa la fabbrica che, ormai da anni, è divenuta una realtà storica della zona industriale di Battipaglia. In Cooper Standard c’è meno lavoro a causa del perdurare della riduzione delle commesse. Da oltre un anno a mettere in crisi sembrerebbe essere stato un particolare microchip che viene prodotto dall’altra parte del continente: a Taiwan, l’isola-stato a pochi passi dalla Cina. Nell’ultimo periodo, però Taiwan è in rotta con i due colossi del mercato mondiale: gli Stati Uniti d’America e la Cina. E il prezzo dei microchip è lievitato significativamente. Al punto tale da mettere in crisi le aziende automobilistiche, frenando di fatto il mercato delle macchine.

PROBLEMI CON IL MICROCHIP E CALO DEL MERCATO

Con l’aggravante del Covid-19 che, tra il 2020 e il 2020, ha letteralmente messo in ginocchio tutto il settore. Adesso Stellantis, la multinazionale con sede in Olanda che produce autoveicoli per diverse case, tra le quali anche Fca, ha notevolmente ridotto il numero di commesse. Stellantis, inoltre, sembrerebbe guardare alle auto del futuro, stando all’accordo siglato di recente con Foxconn, gigante dell’elettronica di consumo, per i microchip per le auto elettriche. E in questa catena di montaggio, che interessa centinaia di aziende, s’è inserita pure Cooper Standard che ne ha risentito fortemente: meno commesse uguale meno lavoro. Fino a marzo del 2022, si andrà avanti a singhiozzo. E le centinaia di operai della Cooper Standard rimangono col fiato sospeso, ripensando ai fantasmi del 2018, quando il gruppo Fiat aveva affidato Jeep Compass a un produttore esterno: quella volta vinsero le maestranze che, dopo lunghe battaglie, ottennero la riassegnazione a Cooper Standard. Adesso bisognerà rimanere in attesa che qualcosa si sblocchi, per assicurare un futuro più stabile agli oltre 300 operai della zona industriale battipagliese.