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48 ore dopo l’inizio del disastro ambientale, i rifiuti continuano a bruciare. Le ecoballe che sabato scorso, intorno alle 15, hanno preso fuoco nei pressi dell’ex Sele Ambiente della famiglia Meluzio dovranno essere ricoperti di sabbia per spegnere definitivamente il rogo.

Ecoballe che giacevano da due anni nel deposito della New Rigeneral Plast (ex Sele Ambiente) di proprietà dei Meluzio. Un rogo iniziato sabato scorso alle 15 e ancora in corso. Tonnellate di rifiuti in fumo nonostante un’ordinanza sindacale del 2018, che ne imponeva la rimozione, mai ottemperata dai destinatari. Questo il drammatico scenario dell’ennesimo disastro ambientale a Battipaglia.

Il terzo negli ultimi tre anni. Il quarto incendio nel giro di pochi mesi. E una situazione che rischia di di avere ripercussioni anche nello scacchiere politico locale. Lo straordinario lavoro dei vigili del fuoco, della protezione civile, alle autobotti proveniente da Caserta e Avellino e ai mezzi aeroportuali arrivati da Napoli, ha consentito di domare il rogo nella giornata di domenica. Si rimane in attesa che venga versata la sabbia su ogni ecoballa per spegnere definitivamente l’incendio.

Dopodiché si procederà ai rilievi. Sul posto è giunta da Napoli la squadra specializzata nei disastri ambientali e l’Arpac. Già nei prossimi giorni sarà monitorata l’aria e i rilievi ci diranno quali e quanti danni sono stati causati all’ambiente.

Intanto, l’ordinanza del Comune emanata sabato sera ha disposto l’allontanamento dei residenti nel raggio di 100 metri dall’incendio, e la chiusura degli infissi per i cittadini residenti nel raggio di un chilometro, oltre alle dovute precauzioni che i titolari di attività produttive nella zona dovranno rispettare. L’ordinanza è stata trasmessa anche al Prefetto di Salerno e al sindaco di Eboli.

Per quanto riguarda le cause dell’incendio non si esclude nessuna pista. L’ipotesi più accreditata è quella dolosa. La polizia municipale e il commissariato di pubblica sicurezza stanno indagando sull’episodio. Le indagini sono coordinate dal magistrato Maria Benincasa.

La possibilità che l’incendio non sia di natura dolosa è un ipotesi da tenere in considerazione: le aziende private, infatti, non sempre ricoprono le ecoballe di materiale antincendio. E considerato che i rifiuti giacevano da un paio di anni nel deposito, considerando il forte caldo e la possibilità che il suolo si surriscaldi, non è da escludere la pista dell’autocombustione. Al vaglio degli inquirenti, che sapranno fare luce sull’accaduto nelle prossime settimane, anche le telecamere di sicurezza.

Nel frattempo, è boom di iscrizioni al gruppo facebook “Battipaglia dice no”, quasi a testimoniare che una parte della cittadinanza si accorge del problema rifiuti, e dei danni ambientali che la città subisce da tempo, solo in occasione di eventi di questa portata. Il ministro Costa è atteso il prossimo 24 agosto in a Battipaglia. La situazione è grave, e ai piani alti qualcuno se ne sta rendendo conto.