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Musica nelle carceri per festeggiare il Natale: il progetto dell’associazione Prison Fellowship Italia onlus è arrivato anche ad Eboli, insieme a Claudia Cappabianca e Matteo Volpe

Musica e chef stellati nelle carceri italiane per regalare un Natale diverso ai detenuti e alle loro famiglie. Il progetto dell’associazione Prison Fellowship Italia onlus, in collaborazione con il Rinnovamento nello Spirito Santo, Fondazione Alleanza del RnS e il Ministero della Giustizia, ha fatto tappa in 29 Istituti penitenziari italiani, oltre che anche alla casa circondariale di Eboli. Qui sono stati ospiti i cantanti battipagliesi Claudia Cappabianca e Matteo Volpe, per un pranzo di Natale di alto livello, realizzato da chef stellati e cuochi dell’alta cucina, servito poi da personaggi dello spettacolo italiano.

Un banchetto per i detenuti arricchito dalle note di Claudia Cappabianca e Matteo Volpe, due apprezzati artisti di Battipaglia: la prima, insieme al marito Angelo Mutalipassi porta avanti con successo la scuola di canto Sing&Song Home Studio, il secondo invece è un cantautore e ha già dato alle stampe l’album d’esordio “Il primo abbraccio“. Presente anche l’attore campano Luca Landi con la sua compagnia, con uno spettacolo teatrale per le famiglie dei detenuti.

Favorire l’integrazione tra il mondo che, all’esterno delle carceri, continua ad andare avanti, e i detenuti che le abitano. Il progetto in questione ha spento la decima candelina dalla sua fondazione e, come raccontato dal presidente della Prison Fellowship Italia onlus, Marcella Reni: «Da dieci anni stiamo con i detenuti, con diverse iniziative e in particolar modo a Natale perché l’errore è errore, il reato commesso rimane reato ma la dignità dell’uomo rimane inviolabile. E con questi pranzi, dove i “primi” servono gli ultimi, noi vogliamo sottolineare questa grande dignità che nessuno può togliere».

A commentare l’iniziativa à la direttrice del carcere ebolitano, Concetta Felaco: «Sono iniziative che hanno un grande impatto emotivo per i nostri utenti e non sono per noi soltanto una forma di intrattenimento, ma rappresentano invece una grande occasione di vera inclusione sociale. Il carcere che si apre all’esterno e alle persone che vengono qui dedicando il proprio tempo per offrire un messaggio di speranza e solidarietà».