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Nella giornata della Festa del Papà, pubblichiamo la lettera di Vito Caloia, papà battipagliese che ha voluto dedicare il suo pensiero ai propri figli e a tutti i ragazzi della loro generazione, la cui normalità, sia scolastica che sociale, è stata stravolta dalla pandemia Covid-19.

Ciao, sono Vito.

Come tutti, mi trovo a vivere in un periodo storico difficile. Certo, poco diverso da quelli che hanno caratterizzato il passato dell’uomo, ma pur sempre complesso, che ha di fatto imposto distanza dagli individui, dalla socialità, dal lavoro, dall’aggregazione e, in molti casi, dalla famiglia.

Ciò che vedo sin dal primo giorno è con quanta prepotenza questa pandemia si sia abbattuta sui nostri figli. Come un fulmine dal più sereno dei cieli.

I ragazzi si sono trovati a dover riporre in un cassetto quella spensieratezza che alla loro età gli appartiene. Quella voglia di prendere a morsi la vita e sollevare il mondo con le proprie braccia. Gli anni magici della loro giovinezza, quelli vissuti tra i banchi di scuola, tra un segreto e l’altro confidato al proprio compagno di banco, e quelle promesse di non perdersi mai di vista.

Tutto ciò si è spostato attraverso un gelido schermo del computer, e in un sistema di “didattica a distanza” che mostra falle ovunque e che non può essere definito scuola.

Il Coronavirus ha imposto una barriera invisibile ma invalicabile anche tra i giovani e i loro nonni. La categoria più vulnerabile in questa emergenza che va tutelata, sacrificando quegli abbracci caldi, profumati, e l’amore imprescindibile e formativo che loro più di nessuno sanno donare.

Vedo stravolte le vite dei miei figli, Gennaro, di 26 anni, e Giada, di 22. Costretti a rivedere le proprie abitudini sociali e lavorative, dividendosi tra smartworking, mascherine e igienizzante, al servizio di colorazioni regionali che cambiano repentinamente, gettando in confusione.

È proprio da queste generazioni che bisogna ripartire. Dai miei figli e dai figli di tutti. Dare loro un briciolo di libertà che cammini di pari passo con il dovere di rispettare tutte le norme di sicurezza. Sono anni, i loro, che non torneranno più.

Spero che una nuova normalità possa fare sempre più passi in avanti. Lo auguro soprattutto per il sistema scolastico, che non lasci indietro nessuno.

Ai ragazzi chiedo di avere pazienza, di affidarsi a questa campagna vaccinale che, seppur lenta, sta dando uno spiraglio di luce e di speranza, e proprio di quest’ultima ce n’è tanto bisogno.

Spero che il mondo possa cambiare e dar vita ad una nuova visione d’insieme che permetta a tutti, di avere un lavoro dignitoso, appagante ed integrante, e di recuperare quei lunghi abbracci con i nonni, che non perdono mai il sapore di casa.

Vito Caloia