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Ritorna in musica il cantautore battipagliese Lacasta, che da poco ha rilasciato il singolo “Vuoto di me

Sono trascorsi un bel po’ di mesi dall’ultima uscita musicale di Lacasta, nome d’arte di Manuel Castagna, cantautore originario di Battipaglia, che è tornato finalmente sugli store digitali, sempre da indipendente, con “Vuoto di me”, traccia prodotta dal musicista e compositore Gaetano Del Gaiso e con testo scritto interamente da Lacasta e videoclip diretto da Benedetto Battipede.

La sensazione di vuoto e di pieno, un continuo equilibrio che non smette mai di esistere. La paura di mettersi a nudo che si scontra con quello stesso desiderio di mostrarsi. “Vuoto di me” nel corso del tempo ha cambiato più volte forme e chiavi, ma la versione che ha raggiunto oggi gli store digitali è sicuramente la più vera e trasparente.

L’artista, in merito a questa release, afferma: «Scrissi questo brano verso gli ultimi di agosto di qualche anno fa, e in tutto questo tempo gli ho permesso di indossare tantissime vesti diverse, forse snaturandolo anche un po’, fin quando non ha preso forma da solo, trovando la sua comfort zone. “Vuoto di me” è la mia presa di coscienza più intima, dopo mille domande che ogni notte mi assalivano, dove mi tormentavo su cosa avessi che non andasse in me, cosa avevo? Ero triste, ero felice, ero frustrato, la risposta è stata: ero vuoto. Sentirsi vuoti penso sia l’ultima spiaggia, in attesa di essere colmati da qualcosa o qualcuno, essere vuoti di sé stessi significa essere il primo ostacolo per vivere».

Quella voglia di ripartire, di ricominciare da zero, che non riesce a tacere e a rintanarsi in un angolo, come aggiunge Lacasta: «I “lunedì di settembre” che indicano per me un nuovo inizio. La cattiva abitudine di pensare di essere tutti uguali, tutti con le stesse esigenze, e poi ritrovarsi a tirare le somme di qualcosa che forse non faceva bene ad entrambi. Con questo brano mi piacerebbe far capire che non sempre sentirsi vuoti è un male, a volte bisogna cambiare prospettiva, io adesso sono vuoto, ma almeno decido io come riempirlo».