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Scompare all’età di 93 anni il Cavaliere del Lavoro Vincenzo Citro. Rese grande e famosa la mozzarella di Battipaglia in tutto il mondo. Ieri, alla chiesa della Speranza, l’ultimo addio.

La Chiesa “Santa Maria della Speranza” ieri ha ospitato l’ultimo saluto alla storica figura di Vincenzo Citro. Il Cavaliere del Lavoro, classe 1928, che ha preso per mano la mozzarella di bufala, iconico biglietto da visita di Battipaglia, e l’ha portata a fare un giro per il mondo, attraversando oceani e terre lontane. Il papà del glorioso caseificio Valtusciano, che niente meno che il “New York Times” definì l’Agnelli della mozzarella, ha lasciato la vita terrena, e con sé un ricordo inestimabile per l’intera città.

La sua mozzarella ha raggiunto negli anni più floridi le tavole di alcune delle personalità più influenti che il globo abbia mai ospitato, come quella di Papa Giovanni Paolo II e addirittura quella regale della regina Elisabetta d’Inghilterra. Una vita straordinaria, di un personaggio, il Cavaliere Vincenzo Citro, altrettanto straordinario, che nonostante abbia abbandonato questo mondo, è ben lontano dall’abbandonare i cuori dei tanti che lo hanno amato e stimato.

IL RICORDO DI ANTONIO PALMIERI, PROPRIETARIO DELLA TENUTA “VANNULO”

«Era un patto tra gentiluomini, la sua parola era una soltanto e valeva più di tutto». Parla così Antonio Palmieri, numero uno della tenuta “Vannulo”, poche ore dopo la scomparsa del Cavaliere Vincenzo Citro. Di lì a poco, era l’ultima decade del secolo scorso, Palmieri avrebbe messo in piedi una delle fattorie biologiche più conosciute di tutto il Mezzogiorno. Ma all’epoca Palmieri era ancora un produttore di latte, che distribuiva a diversi caseifici della zona, tra i quali anche il “Valtusciano” di Citro.

E l’aneddoto parla chiaro: bastava un accordo orale, negli anni in cui la burocrazia delle carte probabilmente non spadroneggiava ancora, per stabilire la cifra. «Vincenzo l’ha sempre mantenuta quella parola – aggiunge Palmieri -. Era un uomo onesto, e con me aveva un ottimo rapporto. Ho imparato tanto da lui, tant’è che dal lavoro di trasformazione, qualche anno più tardi, sono passato a qualcosa di più grande. Mi stringo al dolore che ha colpito la sua famiglia».

La scomparsa di Citro e il ricordo di Palmieri hanno il sapore d’un passaggio di consegne. E al cordoglio s’uniscono pure la sindaca Cecilia Francese e l’aspirante alla fascia tricolore Antonio Visconti. «Vincenzo ha chiuso gli occhi ed ha inevitabilmente chiuso un’epoca. Quella degli anni ’80 in cui i leggendari bocconcini d’autore nelle anfore partivano dal caseificio Valtusciano per essere assaggiati in tutto il mondo» scrive la prima cittadina di Battipaglia. «Vincenzo Citro non è più tra noi – commenta Visconti – e questo per la nostra Battipaglia è una grave perdita. Ha avuto il merito di far conoscere la mozzarella in Italia e nel mondo. Un imprenditore esemplare, e un’istituzione per la nostra città».