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La fase 2 dell’emergenza Covid-19 sta entrando nel pieno. Entro la fine del mese tutte le categorie imprenditoriali torneranno ad aprire i battenti. La parola d’ordine è “convivenza”, col virus e con le norme che riguardano il distanziamento e l’uso dei dispositivi di sicurezza, mascherine su tutti.

Ma sono tante anche le imprese che non si sono mai fermate, nemmeno nei giorni più duri della pandemia. Un esempio è il settore agroalimentare, che è riuscito a mantenere i livelli standard di produzione delle derrate alimentari. Nel nostro territorio, particolarmente vocato all’agricoltura e alla produzione casearia, i caseifici sono da sempre un elemento centrale nell’economia della Piana del Sele. E nella crisi, anche questi, hanno dovuto far fronte ad una domanda che, a causa delle restrizioni imposte dal virus (ad esempio la chiusura di pizzerie e ristoranti), ha subito importanti rallentamenti.

Ne abbiamo parlato con Enrico Paraggio, addetto alla comunicazione digitale del Caseificio La Fattoria, famoso in tutt’Italia per aver lanciato il prodotto a marchio registrato “La Zizzona di Battipaglia”, conquistando negli anni sempre crescenti fette di mercato. Una storia di successo, che merita di essere raccontata, per un prodotto amato e apprezzato da tutti.

  • La vostra azienda, col prodotto “La Zizzona di Battipaglia” in pochi anni è diventata una tra le più rappresentative del territorio, specie fuori regione. Come ci siete riusciti e quali difficoltà avete dovuto affrontare?

Fin dalla nascita del nostro caseificio abbiamo cercato di stabilire un legame indissolubile con il territorio. Non a caso, oltre a “La Zizzona di Battipaglia”, il marchio principale con cui siamo presenti sul mercato nazionale ed europeo è “Antica Mozzata di Battipaglia”.
Per nostra scelta, viste le caratteristiche del prodotto, scegliamo di lavorare principalmente con distributori medio-piccoli, i quali riforniscono gastronomie, ristoranti e botteghe di qualità. Per questo motivo, il nostro rimane un prodotto di nicchia che non può essere acquistato in grandi supermercati. È stato quindi difficile affermarci su un ampio pubblico rimanendo al contempo fuori dai circuiti e dalle logiche della grande distribuzione. La svolta è avvenuta grazie ai social network, che hanno il pregio di “democraticizzare” la  comunicazione e di dare la possibilità anche a realtà come la nostra di raggiungere milioni di persone. I social network per noi sono principalmente un canale di marketing puro: la vendita che generano grazie all’e-commerce è un piacevole effetto collaterale.

La nostra ambizione è stata fin dall’inizio quella di diventare il punto di riferimento della mozzarella di latte di bufala online. È per questo che in questi anni abbiamo proposto contenuti informativi e ricette, abbiamo raccontato aneddoti, svelato curiosità e abbiamo fatto entrare foodblogger, youtuber e televisioni nel nostro laboratorio. Di rado quindi si troveranno contenuti orientati esclusivamente alla vendita. Proprio per mantenere questa vena artigianale, più calda e familiare, non abbiamo mai affidato la gestione dei canali social ad agenzie terze, ma preferiamo gestirli internamente, senza intermediari.
Questa strategia è stata per noi una scommessa anti-intuitiva, ma che rappresenta a pieno la natura della nostra azienda e della nostra famiglia: ci piace fare cultura e oggi, a distanza di 5 anni di attività online, possiamo affermare che abbiamo fatto bene a crederci e a non perdere mai di vista i nostri valori fondamentali: originalità, autenticità e qualità.

  • Che impatto ha avuto l’emergenza Coronavirus sulla vostra azienda?

Come dicevo, gran parte del nostro lavoro è rivolto a distributori medio-piccoli che riforniscono tra gli altri anche ristoranti. Per questo motivo, con la chiusura delle attività ristorative, abbiamo avuto un inevitabile calo di vendite. Teniamo però a ribadire che, nonostante stiamo vivendo anche noi – come tutti – un momento di difficoltà e di timore per il futuro, siamo consapevoli di essere tra i pochi fortunatissimi che non hanno mai dovuto interrompere l’attività produttiva e, alla luce di questa considerazione, abbiamo cercato di vedere in questa situazione un’opportunità di rinnovo e cambiamento. Abbiamo perciò apportato notevoli cambiamenti alla nostra organizzazione interna e alla nostra logistica sia per adattarci alle nuove normative, sia per rendere il processo produttivo più snello ed efficiente.

 

Enrico Paraggio La Zizzona di Battipaglia
Enrico Paraggio, responsabile comunicazione per il caseificio “La Fattoria”
  • Qual è stata la risposta da parte del pubblico verso un’azienda come la vostra, che da anni punta sull’e-commerce come strumento sempre più centrale nella commercializzazione del prodotto?

Come detto, abbiamo sempre considerato l’e-commerce innanzitutto un canale promozionale, prima che di vendita: non avendo infatti una distribuzione capillare sul territorio italiano, abbiamo usato il nostro e-commerce come un cavallo di Troia per portare il nostro prodotto e il nostro marchio sulle tavole di tutti gli Italiani. Questo tipo di vendita è stata quindi per anni la conseguenza (e non la causa) della nostra comunicazione online, mirata a trasmettere i nostri valori aziendali e la nostra realtà di impresa a conduzione familiare.

Oggi, con l’emergenza in atto, assume certamente un ruolo più centrale e proprio per questo stiamo sperimentando nuove soluzioni per essere pronti a sostenere il crescente numero di ordini. Ricordo infatti che, essendo la mozzarella un prodotto che va spedito nel giorno stesso di produzione, abbiamo un ridottissimo lasso di tempo (4/5 ore) per produrla, confezionarla e farla partire. La sfida quindi coinvolge in toto il nostro modello aziendale: stiamo rivoluzionando i nostri sistemi informatici, i nostri spazi di lavoro, la nostra logistica e, oltre a ciò, per ora abbiamo optato per la standardizzazione degli ordini: sull’e-commerce sono disponibili esclusivamente dei box pre-composti di diverse misure, così da poter produrre e confezionare “in serie” e ridurre decisamente i tempi di gestione ed evasione degli ordini.

  • A vostro avviso, il Governo sta facendo tutto il possibile per sostenere il vostro
    settore? Cosa dovrebbe fare per aiutare le aziende in difficoltà?

Siamo consci della straordinarietà della situazione e delle criticità che devono affrontare non solo gli imprenditori, ma anche il Governo e le amministrazioni locali. Non siamo perciò in grado di stabilire se sia stato fatto tutto il possibile, ma possiamo certamente dire che nel nostro settore è stato fatto tanto. L’unica cosa che ci sentiamo di rilevare è che, come spesso accade, misure nate per agevolare le imprese finiscono per sovraccaricarle di ulteriore burocrazia. Questo momento storico, in cui il modello organizzativo ed economico dell’intero Pianeta sta cambiando, potrebbe essere il momento giusto per rivedere e snellire i processi burocratici a cui le realtà produttive come le nostre devono far fronte quotidianamente. Questo potrebbe rendere l’industria italiana più flessibile rispetto ai cambiamenti e più competitiva nel mercato globale, un mercato in cui la parola
chiave è velocità.

  • Cosa vi aspettate dal futuro? Ci sono nuovi progetti in arrivo?

Sicuramente ci aspettiamo di continuare lungo la strada che avevamo iniziato a tracciare già da prima di quest’emergenza: ridurre sempre di più le distanze tra noi e il consumatore finale. Per fare ciò stiamo costruendo il Zizzona Village, un’area adiacente al nostro caseificio in cui sarà possibile consumare piatti a base di mozzarella e altri prodotti all’ombra dei gazebo. Inoltre nello stesso spazio abbiamo intenzione di organizzare eventi culturali, come ad esempio dimostrazioni della lavorazione per scuole e gruppi turistici, ma anche tante altre iniziative che per ora preferiamo non svelare!