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Il consiglio comunale va deserto. Manca il numero legale a Palazzo di Città, dove il parlamentino era chiamato a riunirsi questo pomeriggio per decidere su quattro istanze d’edilizia privata che porterebbero a Battipaglia 104mila metri cubi di cemento per 1.222 nuovi abitanti. Il numero minimo di 12 consiglieri di maggioranza più il sindaco non è stato raggiunto, perché tra i banchi dell’assise cittadina mancavano all’appello Gemma Caprino, Antonio Sagarese e Isidoro Amendola.

Tre consiglieri di maggioranza, Sagarese, Caprino e Amendola, mancano all’appello e il consiglio comunale sul cemento va deserto. Di qui, automaticamente, la decisione di rimandare in seconda convocazione il consiglio. Appuntamento a lunedì 7 settembre, dunque, quando il numero legale richiesto sarà nove consiglieri di maggioranza più il sindaco.

«Il consiglio comunale è andato deserto perché si è voluto forzare su alcune delibere urbanistiche per le quali la competenza è esclusivamente dei dirigenti. La politica si confronta e approva la programmazione generale. Non si comprende allora perché la burocrazia rimanda ai consiglieri responsabilità che sono solo sue. Il sindaco non può mettere in difficoltà i suoi consiglieri perché non vuole inimicarsi la burocrazia e quest’ultima deve essere equa, al di sopra delle parti, e non fare discriminazioni nell’esercizio delle sue funzioni. Ci sono cittadini che aspettano da dieci anni di veder riconosciuto un loro diritto» è il commento a caldo di Valerio Longo, fresco del suo passaggio tra i banchi dell’opposizione.

Ad attendere la sindaca, questo pomeriggio, dinanzi all’ingresso della casa comunale, c’erano pure gli esponenti dell’associazione “Civica Mente” preoccupati per la colata di cemento in arrivo a Battipaglia. «Ci sembra assurdo che una decisione del genere, di portata volumetrica, e con un paese in forte calo demografico, sia demandata al consiglio comunale – commenta Valerio Giampaola -. Sottoporre queste autorizzazioni al consiglio comunale prima di approvare il Puc poi…». Risanare le casse comunali dopo il Covid-19, è questa la motivazione per la quale, in città, sono attese nuove costruzioni. «L’amministrazione – prosegue Giampaola – dice di aver risanato il debito, non offre servizi perché ha abbattuto i costi, e poi baratta il cemento col denaro. Infine: come mai quattro autorizzazioni devono passare per il consiglio comunale, e no come variante urbanistica, quando basterebbe un atto controfirmato dal dirigente di settore?».

PINO BOVI: «MAGGIORANZA A RISCHIO»

E Pino Bovi, altro ex della Francese, commenta così. «Nel concreto cambia poco. E in fondo quel che si è verificato era annunciato. Quello che la maggioranza voleva e doveva approvare stasera diventerà esecutivo lunedì, quando in seconda convocazione basteranno meno voti. Sono dinamiche ormai consolidate con alcuni consiglieri che evidentemente assumono posizioni che lasciano agli osservatori e soprattutto al sindaco l’onere di interpretarle». Maggioranza a rischio? «Se il sindaco rischia? Non credo che nessuno della maggioranza abbia motivo di introdurre novità fino alle regionali. A quel punto se tutti saranno d’accordo a confermarla sindaco per altri 5 anni faranno corpo e coalizione comune. In caso contrario ci potrebbe essere qualche scricchiolio, anche perché nella maggioranza sono presenti istanze diverse della galassia deluchiana che dovranno trovare una quadra, il che potrebbe anche rivelarsi complesso».