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Domanda per essere ammessi alla massa passiva presentata in ritardo: il Tribunale sbarra la strada al Comune di Battipaglia. L’Ente prepara il ricorso: espropri da 8,5 milioni di euro.

Pasticcio espropri: il Comune di Battipaglia resta all’asciutto. Il giudice delegato Giorgio Jachia sbarra la strada all’Ente di piazza Aldo Moro. La richiesta di essere ammessi al passivo per 8,5 milioni di euro viene respinta: domanda presentata oltre i termini previsti. Un errore che rischia di costare caro alle casse del Comune, che adesso ripone le sue ultime speranze nel ricorso, ultima possibilità prevista per tentare di essere ammessi al credito. La vicenda riguarda due espropri in particolare: quello relativo alla costruzione degli alloggi Iacp Futura in via don Luigi Sturzo, nel cuore del rione Sant’Anna, e per il quale a settembre del 2019 il Comune riuscì a dimezzare il debito nei confronti dell’erede di quei terreni, Enrica Campione, passando da circa 11 milioni di euro a 5,6 milioni di euro; l’altro, invece, riguarda il caso simile degli eredi Barra, in via Belvedere, lì dove nel 1999 l’amministrazione guidata da Fernando Zara localizzò il programma straordinario di edilizia agevolata dell’Iacp di Salerno, e che adesso costerà all’Ente quasi 3 milioni di euro.

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Gli alloggi realizzati da Iacp Futura nel rione Belvedere

IL COMUNE DI BATTIPAGLIA PREPARA IL RICORSO

La speranza, a Palazzo di Città, un paio di mesi fa, era di essere inclusi nell’elenco dei creditori per rivalersi su Iacp Futura, l’istituto autonomo delle case popolari dichiarato fallito nel luglio del 2012. Ma il 21 marzo scorso, una Pec ricevuta dal settore Avvocatura del Comune di Battipaglia stronca ogni speranza. La firmano i curatori fallimentari di Iacp Futura, e fanno sapere che la domanda presentata dall’Ente è inammissibile in quanto proposta dopo il decorso del termine annuale, aggiungendo pure che sono del tutto infondate le richieste di conteggiare il termine da altre date. Cifre da capogiro che fanno tremare le casse del Comune e i suoi amministratori. Perché se il ricorso non dovesse essere accolto, a Palazzo di Città bisognerà tirare nuovamente le somme, aggiungendo 8 milioni di euro e mezzo di debiti in più. Quelli da pagare agli eredi Barra e ad Enrica Campione.

ESPROPRI MILIONARI E VICENDE VENTENNALI

Un peso che l’Ente di piazza Aldo Moro porta avanti da tempo immemore. Nel 2004, per il caso Barra, una famiglia salernitana che si vide espropriare i suoli a Belvedere senza che gli venissero riconosciute le dovute indennità, il dirigente tecnico comunale ne determinò una provvisoria ordinando a Iacp Futura di depositare alla Cassa Depositi e Prestiti 684mila euro in favore dei Barra. Iacp, però, ne diede appena 54mila. E allora Angelo Barra si rivolse alla Corte d’Appello e tirò dentro pure il Comune di Battipaglia. Negli anni, i giudici e le udienze che si sono alternati non si contano. Quello che si conta è il prezzo, lievitato fino a 3 milioni di euro nel 2016 e che, considerando interessi e rivalutazioni, potrebbe tranquillamente sfiorare i 4 milioni di euro. Stesso discorso per il caso Campione. Una vicenda che comincia nel 1998 quando il Comune di Battipaglia decise di espropriare dei terreni per favorire la costruzione delle case popolari. I palazzi vennero tirati su, ma nessuno pagò mai i costi dell’esproprio. Nel mezzo, settanta famiglie ci andarono a vivere, redigendo pure degli atti notarili con i quali si assicurarono la concessione per 99 anni, salvo scoprire, in seguito, che quegli atti furono nulli perché viziati, appunto, dalla mancata acquisizione dei terreni. Iacp fallì, e il caso passò nelle mani del Comune che si ritrovò nei guai dopo i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato presentati da Enrica Campione. Espropri illegittimi, stabilirono i giudici, che salvaguardarono però le famiglie. E poi l’accordo transattivo da pagare a rate: 5,6 milioni di euro da riconoscere a Campione.