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«La macchina del fango». Inizia così il lungo post pubblicato dal sindaco Giuseppe Lanzara, sui suoi canali social, per difendersi dalle accuse mosse al suo indirizzo. Il motivo? La scelta dell’ubicazione del biodigestore anaerobico, l’impianto di compostaggio che dovrebbe realizzarsi nell’area agricola adiacente alla strada “Aversana”, non lontano dal litorale di Pontecagnano. L’accusa, questa volta, arriva da Antonio Mucciolo, segretario della Mistral, l’associazione che riunisce circa trenta balneatori della costa picentina, che ha puntato il dito contro Lanzara.

«Alla base della brusca retromarcia sull’allocazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti nella zona industriale di Sant’Antonio di Pontecagnano – scrive Mucciolo – potrebbe esserci l’intenzione del nostro sindaco e di un “fido” consigliere di maggioranza, di dedicarsi all’agricoltura». Il “fido” consigliere di maggioranza al quale si riferisce Mucciolo, stando a quanto scrive nel post, sarebbe «Antonio Avallone». Accuse dure da parte del segretario della Mistral che solleva la questione del conflitto di interessi. «La sede della società e i terreni per la produzione di prodotti agricoli, sarebbero proprio a ridosso dell’area industriale di Sant’Antonio e vicino al luogo inizialmente indicato ad ospitare l’impianto industriale per il trattamento di rifiuti. Sarà stata questa la causa che ha portato ad individuare un’altra area e commissionare un’ulteriore progettazione affinché il biodigestore anaerobico potesse essere ubicato ben lontano dai suoi terreni e dai suoi interessi privati?».

La risposta di Lanzara non s’è fatta attendere. Il primo cittadino ha annunciato la querela nei confronti di Mucciolo. «Oggi ci svegliamo con questo post che mira a screditare la mia persona facendo credere che la scelta dell’ubicazione del biodigestore anaerobico – scrive il sindaco di Pontecagnano Faiano – sia dettata addirittura da interessi privati. Una campagna di diffamazione mediatica intollerabile. Oggi ho deciso di non accettare più attacchi personali. Io sono forte e non ho paura delle campagne di diffamazione, anzi, vado avanti con maggiore convinzione e determinazione, ma mi ferisce il concetto che chi si dedica alla cosa pubblica debba essere messo alla gogna a causa di allusioni ignobili e strumentalizzazioni».

Che poi lancia addirittura una campagna per la comunicazione non ostile, sulla scorta di quanto accaduto qualche anno fa nella vicina Battipaglia. «Lancio un appello alle forze politiche e ai cittadini per un dibattito che sia sempre sano e rispettoso. Propongo a questi di unirsi a me nella campagna di “parole ostili” e firmare il manifesto della comunicazione non ostile. Un principio che condivido con voi e invito a leggere. Faccio un appello affinché il confronto democratico possa essere sempre più forte, acceso, di qualità, ma comunque leale e pacifico».