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I baristi chiamano la sindaca Cecilia Francese. «Situazione allarmante, qualcuno ci aiuti». Appello in coro dei commercianti. Attività multate e chiuse per un caffè. Proteste contro la nuova ordinanza regionale.

Cinque giorni di chiusura e multa da 400 euro per un caffè. Baristi a Palazzo di Città per protestare. È l’effetto della nuova ordinanza voluta dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che ha vietato la vendita di cibi e bevande, fatta eccezione per l’acqua, dopo le 11. Scavalcando di fatto il Dpcm del governo centrale che aveva previsto la zona arancione su tutto il territorio nazionale nei giorni non festivi o pre-festivi. E adesso i commercianti alzano la voce. E chiedono alla sindaca di autogestirsi.

Aniello Cappetta
Aniello Cappetta, uno dei titolari delle attività chiuse

«De Luca ci ha dato il colpo di grazia – racconta Aniello Cappetta, titolare di uno dei bar al centro di Battipaglia sanzionati dalla Polizia – perché un’attività non può limitarsi a vendere solamente acqua nei giorni pre-natalizi. Dobbiamo sopravvivere perché non riusciamo a sopravvivere e a pagare affitto e creditori. I ristori? Mi hanno dato 500 euro a fronte di 700 euro di bollette pagate, che ristoro è? La mia proposta, a questo punto, è chiudere tutti i bar, i ristoranti e le pizzerie per protesta». E Amedeo Larini, esponente di Assoimpresa, la casa delle piccole e medie imprese, rincara la dose. «Ci sentiamo feriti – commenta il titolare di tre locali in città – perché vediamo file interminabili e assembramenti presso le altre attività mentre io che do lavoro a 31 persone non posso lavorare. L’ordinanza voluta da De Luca è un ricatto al governo, e adesso c’è bisogno che la sindaca, che rappresenta tutti i cittadini, prenda le nostre difese. Se vuole può fare come a Bagnoli e a Capri dove l’ordinanza è stata scavalcata. Sembra che il contagio avvenga solamente nelle nostre attività. Battipaglia si salva se rimaniamo aperti, siamo disposti a prendere tutte le precauzioni del caso ma lasciateci lavorare e vivere».

Dei ristoratori, ieri mattina davanti al Comune, nemmeno l’ombra. Ma una delegazione di baristi è stata ricevuta a Palazzo di Città dalla sindaca Cecilia Francese. Che si schiera al loro fianco. «Effettivamente questa volta devo dare ragione ai commercianti – afferma la prima cittadina – perché bisognerebbe trovare una via di mezzo. Forse ci vorrebbero più controlli lasciando aperte le attività. Certo se per avere quattro vigili in più ci abbiamo messo due anni la vedo dura. Quando abbiamo letto l’ordinanza pensavamo a qualche equivoco, e noi dell’Anci abbiamo subito chiesto chiarimenti. Nel periodo natalizio questa ordinanza vuol dire mettere in ginocchio le attività, con molti ristoranti che avevano fatto già delle compere in base al Dpcm nazionale. E quando si apre un’attività l’indotto è grande: camerieri, vendita di beni alimentari etc. La gente è allo stremo. Forse è stato un errore modificare l’articolo 5, perché si è creata una disparità tra le Regioni».