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Il ‘diktat’ arriva dal Partito Democratico. Gli iscritti non potranno candidarsi nelle liste civiche del centro-sinistra. I vertici regionali e provinciali, riuniti a Napoli mercoledì scorso, hanno mostrato condivisione sulla linea e hanno espresso preoccupazione per la robusta presenza di esponenti del centro-destra a sostegno di Vincenzo De Luca.

Gli iscritti al Pd non potranno concorrere alle prossime elezioni regionali nelle liste civiche a sostegno di Vincenzo De Luca. Il rischio, secondo i vertici regionali e provinciali, potrebbe essere quello di abbandonare la lista del Partito Democratico per cercare di essere eletto più facilmente.

E si andrebbe a sommare a un’altra preoccupazione: i numerosi ‘endorsement’ che il presidente della Regione sta ricevendo da noti esponenti del centro-destra. Lo ha spiegato pure Nicola Oddati, membro della segreteria nazionale (Cultura) che, in una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno spiega: «Chi viene dal Pd si deve candidare col Pd, non esistono scorciatoie. Non siamo un taxi… A De Luca conviene fare liste di qualità, ma lui è il candidato di tutti non solo del Pd»

Una situazione confusa all’interno di un Partito in netta parabola discendente negli ultimi anni e che fatica a trovare una quadra. Oltre al calo nei consensi dopo il flop Renzi, i Dem vivono una situazione interna sempre più frammentata, con diverse correnti spesso in contrasto fra di loro. «Corriamo il rischio di avere un presidente che traina la coalizione e la componente di centro-sinistra che allargherà – dice Raffaele Femiano, membro della segreteria provinciale e componente dell’assemblea regionale -. La situazione è confusionaria in questo momento».

Il partito, però, a livello regionale si è appiattito su De Luca nonostante a gennaio, non è un mistero, il governatore uscente era in cerca di un posto da Ministro e aveva abbandonato ogni speranza di essere rieletto a Palazzo Santa Lucia. Il Covid ha cambiato l’inerzia e De Luca ha rapidamente riconquistato consensi, e oggi sembra che tutti vogliano salire sul carro del vincitore. Ecco spiegata la preoccupazione e la necessità di trovare una direzione in vista delle prossime elezioni regionali.

«Io l’ho detto sempre, anche nelle sedi opportune: per me viene prima il partito – prosegue Femiano – se qualcuno pensa di giocare alle spalle del partito non mi trovano d’accordo, io li criticherò sempre. Ho chiesto che ogni provincia formuli il suo programma». Dai segretari regionali e provinciali ancora silenzio. Fino alla settimana prossima preferiscono ancora non esporsi.