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Sottopasso di via Colombo: anche per quest’anno niente da fare. Battipaglia bocciata dal Ministero: no al finanziamento.

Il sottopasso di via Colombo rimane un miraggio. Il ministero dell’Economia e delle finanze boccia la città capofila della Piana del Sele: Battipaglia ancora una volta esclusa dal finanziamento. Il primo progetto previsto nel piano triennale delle opere pubbliche da 100 milioni di euro, presentato nelle scorse settimane dall’amministrazione comunale retta dalla sindaca Cecilia Francese, è già saltato. Stando alla graduatoria allegata nel decreto interministeriale sono state ammesse a finanziamento 1782 opere, per un totale di 280 milioni di euro. Battipaglia scivola ai gradini più bassi della classifica occupando la posizione 8682 rinunciando di fatto all’assegnazione del contributo che avrebbe coperto la spesa di progettazione definitiva ed esecutiva (866mila euro).

Un progetto che, oltre al sottopasso di via Colombo, avrebbe tirato dentro anche altri tipi di interventi: la messa in sicurezza delle strade ricadenti nell’agglomerato Asi come viale Inghilterra, viale Previdenza e, appunto, via Colombo. Arterie che versano in condizioni disastrose e che necessitano di un’urgente manutenzione anche in vista del Polo del Freddo, l’opera faraonica voluta da Asi e Confagricoltura che nascerà proprio in quell’area. Undici anni dopo, il sottopasso di via Colombo rimane un miraggio nonostante a marzo di quest’anno gli uffici di piazza Aldo Moro presentarono il nuovo progetto di fattibilità con l’idea di creare un collegamento dal tratto che partisse in viale Colombo e finisse su viale Inghilterra. Secondo i tecnici dell’Ente l’opera sarebbe valsa quasi 16 milioni di euro, 4 in più rispetto al progetto nato nel 2011 in seno all’amministrazione guidata dall’ex sindaco Giovanni Santomauro nell’ambito del PIU Europa.

Poi, nel 2015, a causa delle enormi difficoltà economiche in cui versavano le casse del Comune, il progetto fu rimodulato. E il sogno d’un secondo sottopasso sembrò svanire definitivamente. Fino all’ultimo tentativo: la richiesta di un contributo di 866mila euro ai dicasteri romani per coprire le spese di progettazione. La risposta? Non prima dell’estate fecero sapere da Palazzo di Città. E il responso, proprio in questi giorni, è arrivato: un “no” senza attenuanti. Che ancora una volta blocca l’opera: la mancata attribuzione del finanziamento, infatti, pregiudica la partenza della gara per i lavori.

Il tunnel che servirebbe a collegare il quartiere Sant’Anna con la zona industriale, promesso nel 2018 dal presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca, e dall’allora capostaff Franco Alfieri, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Inps, per adesso rimane soltanto una buona idea. Articolata in questo modo: la lunghezza complessiva di circa 490 metri, di cui 90 metri in galleria e 200 per ognuna delle due rampe a cielo aperto. La larghezza interna di 14 metri, con due corsie di marcia ampie 3,50 metri l’una, con relativa banchina di mezzo metro, due marciapiedi di servizio di larghezza pari a 1,50 metri e addirittura una pista ciclabile di 3 metri. L’altezza minima utile è fissata intorno ai 6 metri. Se dovesse andare in porto, si tratterebbe del quarto attraversamento veicolare della linea ferrata in tutta la città e del secondo nel centro: al momento, infatti, nelle aree extraurbane la città dispone di due attraversamenti, uno sulla Statale 18 e l’altro in zona industriale, senza contare quello storico tra via Rosa Jemma e via Roma.