Tempo di lettura: 3 minuti

Nel mirino dell’amministrazione Francese c’è l’aumento della tariffa di conferimento del secco indifferenziato all’ex stir e, soprattutto, l’applicazione retroattiva dell’aggravio di spesa previsto da Provincia ed EcoAmbiente

Il Comune di Battipaglia contro la Provincia di Salerno. La sindaca Cecilia Francese trascina davanti ai giudici del Tar il presidente Michele Strianese: è l’ennesima guerra istituzionale.

Di mezzo, ancora una volta, c’è l’ex stir di via Bosco II, l’impianto battipagliese gestito da EcoAmbiente, la società provinciale in liquidazione: casus belli è il rincaro delle tariffe che gli enti locali devono corrispondere per conferire al tmb, l’impianto di trattamento meccanico biologico, il secco indifferenziato che dev’essere tritovagliato. Il dietrofront di Strianese non convince la Francese: l’ultima parola spetta ai giudici del Tar.

L’aumento della discordia

Lo strappo vale almeno 367mila euro: è la cifra che compare sull’ultima fattura a carico della collettività battipagliese, emessa a dicembre scorso dai ragionieri di EcoAmbiente. Un salasso a conguaglio dell’annualità 2018: alla fine di ottobre, infatti, l’assemblea della società provinciale, guidata dal commissario liquidatore Vincenzo Petrosino, non soltanto aveva deliberato l’aumento della tariffa di smaltimento dei rifiuti indifferenziati, ma aveva previsto pure la retroattività del rincaro a partire dall’1 gennaio del 2018.

Un aumento da 47 euro a tonnellata, che ha fatto lievitare a quota 196 l’obolo che precedentemente ammontava a 149 euro. L’adeguamento della quota serviva ad uniformare le tariffe dell’ex stir di Battipaglia a quelle degli altri tritovagliatori delle province campane e a risanare le disastrate casse di EcoAmbiente, ma ha fatto infuriare i sindaci dei comuni salernitani.

Ai principi di febbraio, tre giorni prima delle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale, Strianese aveva riacceso le speranze degli amministratori locali, annunciando la revoca dell’applicazione retroattiva e la sospensione per trenta giorni dell’adeguamento che era stato ufficializzato con una determina dirigenziale varata a Palazzo Sant’Agostino. Una tregua per valutare il da farsi.

Il presidente Strianese

Il ricorso

Troppo poco per persuadere la Francese, che nei giorni scorsi ha riunito i suoi assessori e, con una delibera di giunta, ha dato il via libera a Giuseppe Lullo, dirigente dell’Avvocatura comunale, a ricorrere contro la determina. «La procedura di aumento – scrive il governo cittadino – è stata comunicata al Comune oltre ogni termine previsto dall’Ordinamento degli enti locali per un’eventuale modifica della Tari, visto l’obbligo del pareggio fra proventi e costi di gestione del servizio di igiene urbana, con gravi ripercussioni sugli equilibri di bilancio».

Da qui la decisione di proporre un ricorso ai giudici della sezione salernitana del Tribunale amministrativo campano e di avvalersi del supporto di un professionista esterno «dotato di specifica competenza, per la delicatezza della vicenda in considerazione degli effetti diretti e rilevanti che la stessa potrebbe produrre sulla Tari a carico dei cittadini». E quel professionista è l’avvocato Lorenzo Lentini, che ha già depositato la documentazione a Largo San Tommaso.

La sindaca Francese e l’avvocato Lullo

L’ultima parola

E Strianese è pronto a tutelarsi. Nelle scorse ore, il dirigente del settore Presidenza della Provincia di Salerno, Alfonso Ferraioli, ha conferito ad Ugo Cornetta, avvocato di Palazzo Sant’Agostino, l’incarico di opporsi al ricorso del Comune di Battipaglia.

Saranno i giudici a dare una risposta ai cittadini del Salernitano, che pagherebbero una Tari salatissima qualora venisse riconosciuta la legittimità dell’aumento. Attendono pure gli uomini di EcoAmbiente: senza retroattività, i bilanci del 2018 non porterebbero con sé l’agognata remissione in bonis della spa provinciale.