Tempo di lettura: 2 minuti

Poste Italiane citata in giudizio dal Comune di Battipaglia: prelievi non autorizzati sul conto corrente dell’Ente, si va in tribunale.

Prelievi non autorizzati dai conti correnti intestati al Comune: l’Ente di piazza Aldo Moro chiama in giudizio Poste Italiane. L’azienda che s’occupa di servizi postali e telecomunicazioni in tutto lo Stivale sarà costretta a difendersi nelle aule di giustizia dall’accusa mossa dagli uffici comunali di Battipaglia. Stando a quanto emerge da una recente delibera di giunta, a seguito di alcuni controlli eseguiti dal dirigente del Settore finanziario, Giuseppe Ragone, sono emerse alcune anomalie. In particolare, pare che da gennaio di quest’anno fino alle ultime settimane Poste Italiane avrebbe autorizzato numerosi prelievi non autorizzati da parte del Comune.

LE IPOTESI

Cifre che oscillano dai 500 ai 600 euro mensili, per un totale, sino ad oggi, di circa 3mila euro. Denaro finito nelle casse d’un’importante società con sede ad Assago, in provincia di Milano, e dedita principalmente al marketing digitale, alla comunicazione e alla creazione di siti web ed e-commerce. Transazioni non autorizzate, secondo gli uffici di piazza Aldo Moro, ma che per divenire effettivi necessitano comunque di una firma da parte di un rappresentante legale del Comune. E a Poste Italiane risulterebbe che da gennaio fino ad oggi, la firma ci sia sempre stata. Le ipotesi, a questo punto, sono due: o i prelievi sono stati consapevolmente autorizzati da qualche persona alle dipendenze dell’Ente oppure qualcuno è riuscito nell’intento di truffare il Comune entrando in possesso della firma (potrebbe essere stata falsificata). Intanto, il responsabile del Servizio autonomo contenzioso, Gennaro Izzo, ha messo tutto nero su bianco: la sindaca Cecilia Francese è stata autorizzata ad avviare le necessarie azioni giudiziali, col fine di tutelare l’Ente, nei confronti di Poste Italiane e nei confronti della azienda che opera sul web, e comunque nei confronti di qualsiasi altra persona fisica o giuridica che possa risultare responsabile di quanto accaduto.

COMUNE, AZIENDA E POSTE IN TRIBUNALE

L’incarico di difendere il Comune di Battipaglia sarà affidato a un legale esterno. Sarà sicuramente cruciale individuare la persona che ha apposto la firma e autorizzato le cinque o sei transazioni dall’inizio dell’anno fino ad ora. La talpa potrebbe essere in house, oppure viene da pensare che qualcuno abbia potuto bucare il sistema di protezione delle informazioni del Comune. E fortuna che a Palazzo di Città se ne siano resi conto per tempo: 3mila euro non sono un danno irreparabile, ma se la pratica fosse continuata le casse dell’Ente avrebbe rischiato un danno non indifferente. Saranno i giudici, nei prossimi mesi, a fare luce sulla curiosa vicenda e a porre fine al contenzioso tra Poste e l’amministrazione comunale.