Battipaglia, cemento cura Covid: il consiglio dice sì a 13 palazzi

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Il consiglio comunale dice sì a 13 nuovi palazzi in città. Il parlamentino battipagliese, riunitosi in seconda convocazione ieri pomeriggio alle 19, ché in prima battuta mancava il numero legale, approva i quattro interventi di sostituzione edilizia che porteranno 104mila metri cubi di cemento per 1.222 nuovi abitanti.

Dormivano beatamente nei cassetti del Comune. Ci ha pensato l’emergenza Covid-19 a risvegliarle, le pratiche di natura edilizia che prevedono quattro grossi interventi nei quartieri “Belvedere”, “Sant’Anna” e “Taverna”, e che porteranno in città 104mila metri cubi di cemento per 1.222 nuovi abitanti. Interventi “tesi alla riqualificazione urbana e ad aumentare le entrate dell’Ente nel periodo di emergenza epidemiologica del Covid-19” si legge al punto due degli argomenti all’ordine del giorno. E se in prima convocazione il consiglio non aveva i numeri legali, in seconda battuta, quando il numero richiesto di consiglieri di maggioranza scende a nove più la sindaca, gli interventi vengono approvati nonostante le assenza di Gemma Caprino, Antonio Sagarese e Isidoro Amendola.

QUATTRO INTERVENTI DI SOSTITUZIONE EDILIZIA, NUOVA COLATA DI CEMENTO

71mila metri cubi tra via Sturzo e via Baratta, per sette nuovi palazzi con i progetti a firma dell’architetto Giorgio Bove, nelle storiche ex officine dei Pietrasanta, per conto della “Of Immobiliare” di Orlando Ferrante, un imprenditore di Palma Campania ; la “Mediterranea srl”, la società dei Pontecorvo, s’occuperà del progetto per rimettere in sesto lo stabilimento che un tempo ospitava la sede dell’Inps per una torre di sette piani dove sorgeranno 27 appartamenti e 43 box; e tra il quartiere “Taverna” e la zona industriale c’è il piano da 19mila metri cubi a firma degli architetti Bruno Di Cunzolo e Raffaello Lascaleia: tre palazzi di sette piani nei pressi del centro integrato di scambio intermodale; e infine, il caso Belvedere: due nuovi palazzi, e due negozi, al posto dei vecchi edifici di via Vanvitelli dei proprietari Vicinanza, Palmisano, Giordano, D’Arminio e Stefanini.

CONSIGLIO A PORTE CHIUSE

Non solo le giunte in streaming, promesse durante la campagna elettorale del 2016 e mai realizzate. Neppure la diretta tv, di quello che si prospettava come uno dei consigli comunali più caldi di tutta la consiliatura, è stata garantita. “Problemi tecnici” spiega la sindaca Cecilia Francese, che alla fine del suo intervento trova il tempo per chiedere scusa, a metà, alla giornalista Stefania Battista per le offese rivolte a microfoni spenti. E dalla prossima volta, i giornalisti dovranno fare richiesta scritta per entrare nella casa comunale che «questi problemi nascono perché c’è troppa democrazia» dice il presidente del consiglio Franco Falcone. «Se è questo che volete – precisa la Francese – allora chiedo scusa. Ma mi spiace che si sia sentita chiamata in causa, quando io non ho fatto il suo nome». E sul cemento precisa: «Non è una nuova colata, andremo a intervenire lì dove iol cemento già esiste. Riqualificheremo aree dismesse, restituiremo una parte alla collettività con aree verdi, parcheggi e anfiteatri. Andremo a riqualificare quartieri e zone dove la gente non comprava più case perché abbandonate al degrado». Simbolica ma forte la protesta portata tra i banchi del consiglio da Alfonso Baldi che ha consegnato nelle mani della sindaca Francese un sacchetto di cemento.

CONCESSIONI SCADUTE A SANTA LUCIA E GOVERNO BRUNO/PACILIO

E Gerardo Motta porta all’attenzione del civico consesso un’altra vicenda di natura edilizia: il caso Slam in zona Santa Lucia. «In quell’area – spiega Gerardo Motta –  secondo l’ufficio sono stati realizzati 13 fabbricati ma le concessioni sono decadute. Nessuno tra i tecnici degli uffici, che hanno avuto le carte in mano per anni, se ne è mai accorto nonostante alla base di quei permessi a costruire vi era una convenzione che ne stabiliva la decadenza entro certi limiti. Uno dei casoni “Doria” ristrutturati per farci un museo, e un parcheggio di circa 3.000 metri quadri. La convenzione è ancora in vigore e l’Ente non ha fatto nulla per tutelare i cittadini che, ignari del vulnus ab origine sotto l’aspetto tecnico-urbanistico, comprano appartamenti da una società con capitale sociale di 100mila euro».

Ma gli attacchi più duri arrivano da Valerio Longo che, tra le altre cose, aveva pure proposto una mozione per risolvere la questione in zona Asi tramite gli accordi di programma e non tramite la conferenza dei servizi. «Il consiglio comunale di ieri sera rappresenta la plastica dimostrazione che questa amministrazione viaggia a vista, senza un progetto e senza alcuna prospettiva. La forzatura di portare in assise pratiche edilizie di competenza esclusiva degli uffici dimostra che ormai la burocrazia ha completamente preso il sopravvento sulla politica, dettando l’agenda al sindaco e condizionandone ogni scelta».

E secondo il consigliere in quota Forza Italia, dietro l’amministrazione Francese si nasconderebbero i sindaci ombra Davide Bruno e Antonella Pacilio. «L’ex amministrazione Francese, trasformatasi nel frattempo in amministrazione Bruno/Pacilio, aveva fatto della presunta diversità e trasparenza il proprio cavallo di battaglia elettorale, annunciando di voler realizzare in città una vera e propria rivoluzione, prendendo le distanze dalle pratiche della vecchia politica. Purtroppo niente di più falso. La casa di vetro, la cittadinanza attiva con la partecipazione popolare ad ogni livello, la semplificazione amministrativa per favorire lo sviluppo economico e sociale della città, la riqualificazione e rigenerazione urbana, la crescita culturale, sono rimaste idee lasciate nel cassetto, per lasciare il posto ad una gestione del potere fine a se stessa, finalizzata solo a galleggiare, senza alcuna prospettiva per la città. Con l’alibi della collaborazione istituzionale l’amministrazione si è completamente piegata al sistema di potere deluchiano. La politica tanto al chilo. Amministrazione che, come dimostra quest’ultimo consiglio comunale, avalla di fatto la pratica della disparità di trattamento, utilizzando la discrezionalità della pubblica amministrazione per usare due pesi e due misure con cittadini, società e imprese».

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