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«L’accordo va immediatamente rivisto». Arriva dal comitato ambientalista “Battipaglia dice No” l’aspra critica verso il patto tra Comune e Unisa per salvare l’ex tabacchificio battipagliese. Ciò che spaventa i rappresentanti del comitato “green” è l’immondizia che, attraverso questo accordo, potrebbe dare l’etichetta di “capitale dell’immondizia” anche a livello teorico. A tal proposito gli ambientalisti hanno pubblicato una nota: «Noi del comitato abbiamo sempre rifiutato l’etichetta di “capitale dell’immondizia”. Siamo nati per contrastare il progetto di far diventare la nostra città un polo industriale del trattamento dei rifiuti».

Ex tabacchificio

L’accordo siglato la settimana scorsa tra l’amministrazione comunale, guidata da Cecilia Francese, e il dipartimento d’ingegneria industriale dell’università con sede a Fisciano, turba non poco gli ambientalisti. Tra le idee poste alla base del patto, annunciato negli scorsi giorni, ci sarebbe anche quella d’un progetto d’attività nel settore delle tecnologie per il riuso degli scarti alimentari. Il comitato, nella nota, prosegue: «Quest’amministrazione ha provveduto a chiudere il cerchio di uno scellerato progetto insediando un centro studi sull’immondizia. Lo ha fatto in pieno agosto, quando i cittadini sono distratti dalle vacanze, e prevedendo di riutilizzare il vecchio tabacchificio “Farina”».

Gli ecologisti annunciano la battaglia: «Siamo stanchi del vostro atteggiamento: o siete complici o siete ciechi. Se avete deciso di svenderci in cambio del miraggio di qualche finanziamento sappiate che noi lotteremo fino all’ultimo istante».

Davide Bruno smentisce: «Non si può buttare la città nella bugia»

A rispondere alla nota del comitato ambientalista cittadino ci ha pensato però l’assessore allo sviluppo urbano Davide Bruno: «Non capisco se sia ignoranza o cattiveria. L’accordo col dipartimento di ingegneria industriale riguarda gli studi di vulnerabilità sismica ed efficientamento energetico». Bruno esclude categoricamente l’ipotesi sollevata da “Battipaglia dice No”: «Abbiamo proposto uno studio sulla filiera agroalimentare, sulla riduzione degli impatti sull’ambiente, e sull’utilizzo di nuove tecnologie. Cosa c’entra con l’accusa di portare rifiuti?».

L’accordo siglato tra Amministrazione comunale e Unisa durerà due anni, ed è orientato allo studio e alla partecipazione ai bandi comunitari. L’assessore aggiunge: «Accusarci di voler mettere i rifiuti nell’ex tabacchificio equivale a fare disinformazione. Non si può buttare la città nella bugia, una bugia costruita ad arte e a tutti i costi contro chi ha scongiurato con atti amministrativi l’arrivo dei rifiuti a Battipaglia».

L’area dell’ex tabacchificio, negli anni, è stata al centro di numerose iniziative e progetti per una riqualificazione. Ci pensò Fernando Zara, con un polo fieristico della mozzarella, e anche Alfredo Liguori, che diede vita alla società di trasformazione urbana “Battipaglia Sviluppo spa”, guidata dall’ex consigliere Vincenzo Inverso. Secondo il piano urbanistico attuativo (Pua), dalle rovine dell’ex tabacchificio sarebbe dovuti sorgere un auditorium e un grattacielo di 22 piani, ma successivamente l’Ente ha provato a disfarsene invano.

L’obiettivo adesso è il trasferimento tecnologico: agroindustria, intelligenza artificiale applicata alla trasformazione di prodotti alimentari, tecnologie per il riuso degli scarti alimentari. Ad oggi, però, vi è soltanto una certezza: l’ex tabacchificio si è trasformato nel teatro di guerra tra il Comune e i comitati.