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Terni e Battipaglia unite dallo stesso destino. Gli operai umbri della Treofan stanno protestando contro la proprietà Jindal che, con ogni probabilità, smonterà il sito di Battipaglia e porterà i macchinari nelle altre attività sparse nel mondo, invece che potenziare il sito di Terni.

Terni e Battipaglia: due facce della stessa medaglia. La guerra degli operai umbri della Treofan, contro la proprietà Jindal, arriva nella Piana del Sele. Nella mattinata di ieri una delegazione di lavoratori, accompagnati da Marianna Formica, segretaria Filctem – Cgil Umbria, ha presidiato i cancelli dell’azienda battipagliese. Oltre alla paura per il blocco delle assunzioni a tempo determinato, e i tagli al personale, gli operai sono giunti a Battipaglia con uno scopo ben preciso: evitare lo spostamento dei macchinari verso l’Olanda e l’India.

Un tecnico olandese, infatti, sarebbe giunto in città lunedì – alloggiando in un noto albergo locale – per incontrare i proprietari della Treofan e discutere lo spostamento di numerosi macchinari tra India, Olanda e Brindisi. In particolare: sei taglierine piccole, due linee di estrusione, un rigranulatore, una taglierina grande e diversi sistemi di ammodernamento che farebbero comodo ai dipendenti del centro Italia.

Marianna Formica e Diego Mattioli Treofan«A Terni consegneranno una sola taglierina – dice Marianna Formicaper potenziare un sito che ha grosse difficoltà. Siamo qui per mettere in campo qualsiasi azioni di contrasto. Non vogliamo lo stesso destino di Battipaglia». E Diego Mattioli, dipendente della Treofan e segretario Ugl Chimici di Terni, lancia l’allarme: «Negli ultimi quattro mesi – spiega – la macchina laccatrice ha smesso di funzionare come un tempo, fermandosi per dodici giorni al mese. La politica Jindal è sbagliata oltre che pericolosa. I macchinari di Battipaglia sono stati acquistati con fondi pubblici, però manca la volontà di soddisfare le esigenze di Terni. Per questo cercheremo di impedire la visita che ci sarà nelle prossime ore, supportata anche dai tecnici di Brindisi».

Macchinari obsoleti che andrebbero sostituiti. Non secondo la multinazionale indiana che, invece, ha deciso di smontare il sito di Battipaglia per potenziare le altre proprietà distribuite nel mondo. Sul posto, intorno alle 13, è giunto pure Dino Giordano, capo del personale della Jcoplastic, per capire cosa stesse accadendo. Lì in Umbria lo stato di agitazione, e lo sciopero, sono stati confermati già diversi giorni fa a causa della mancanza di garanzie offerte da Jindal. E gli operai umbri non mollano: questa mattina, sono giunti altri operai da Terni per cercare di impedire il trasferimento dei macchinari.