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Bel momento di scambio e rispetto reciproco tra Italia e Marocco all’interno di Palazzo di città, con la consegna di 250 giubbotti catarifrangenti a lavoratori immigrati

250 giubbotti catarifrangenti sono stati consegnati questa mattina all’interno dell’aula consiliare del Comune di Battipaglia alle rappresentanze delle comunità di Marocco, Bulgaria, Tunisia, Pakistan e Romania, da devolvere poi ai lavoratori extracomunitari operanti sui campi agricoli del territorio, in una cerimonia che ha visto un importante scambio culturale, oltre che di omaggi, tra due paesi da tempo ormai profondamente legati: Italia e Marocco.

Presenti il presidente della Commissione regionale speciale Aree interne e promotore dell’iniziativa, Michele Cammarano, che ha detto: «Questo è solo il primo di una serie di eventi che faremo nella Piana del Sele. Sono tanti, troppi i casi di morte sulle strade, specialmente sulla S.S. 18, spero questi giubbotti possano contribuire ad eliminare questo grave problema. Speriamo inoltre che queste iniziative possano estendersi anche in altre aree della Regione Campania».

A fare gli onori di casa la sindaca Cecilia Francese, che al termine della cerimonia ha consegnati alle istituzioni e alle rappresentanze un libro speciale contenente la storia di Battipaglia raccontata attraverso immagini d’epoca: «Nella nostra città ci sono circa 4200 persone che lavorano nella nostra piana e la maggior parte sono marocchini. Ci sono persone che tutt’oggi però non hanno una loro visibilità legale, i cosiddetti “clandestini”, che sono qui per lavoro ma che non sono censiti. Di fatto non esistono. Il rapporto con il consolato del Marocco deve puntare a far emergere queste condizioni e queste persone che esistono ma che non hanno i diritti che dovrebbero avere».

Prezioso anche l’intervento del sindaco di Eboli, Mario Conte: «Circa 6200 stranieri sono presenti ad Eboli, la maggior parte dal Marocco. Con una grande presenza di bambini anche nelle scuole materne e medie». Il primo cittadino di Eboli ha poi raccontato esperienze personali con bambini, figli di immigrati, conosciuti nelle scuole che si sono perfettamente integrati e che di fatto si sentono italiani a tutti gli effetti.

Le conclusioni sono poi spettate all’ospite d’onore, il Console Generale del Regno del Marocco a Napoli, Abdelkader Naji, arrivato in Italia soltanto a giugno e che da subito ha voluto dire ai presenti «mi scuso per il mio italiano». Al termine poi è stato offerto ai presenti un ricco buffet con specialità della cucina marocchina, per una mattinata all’insegna del rispetto delle reciproche culture e storia.