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Stazione di conversione a San Nicola Varco? Gli ambientalisti dicono “sì”, anche se con qualche riserva, e la Regione attiva le indagini sul suolo selezionato da Terna

Le ipotesi di Terna per il Tyrrhenian Link convincono, in parte, ambientalisti e Regione. Mercoledì infatti, nel corso del webinar conclusivo della fase d’ascolto sull’importante progetto, la spa romana aveva annunciato la “scelta” della zona di San Nicola Varco per l’installazione di una delle stazioni di conversione.

Tale decisione ha ottenuto la parziale approvazione degli ambientalisti e associazioni ebolitane, insieme anche al “piano b”, che vede coinvolto per tale installazione il suolo dell’area PIP di Eboli. Al momento la Regione è al lavoro per ispezionare la zona di San Nicola Varco e verificare se questa sia idonea per tale operazione. In caso di risultato affermativo si darà il via ad una trattativa tra la Regione e la società.

Come si legge sulle pagine de La Città di Salerno, in molti avrebbero sollevato dei dubbi sulla zona dell’ex mercato ortofrutticolo, per la possibile presenza di rifiuti tossici interrati. Tale probabilità non dovrebbe tuttavia impensierire le casse di Terna, ma si rivelerebbe un ostacolo non da poco nella tabella di marcia: la conclusione dell’intera operazione del Tyrrhenian Link è stata infatti fissata per il 2025, con in ballo quasi quattro miliardi di euro.

«Sin dall’inizio avevamo chiesto a Terna di mettere in campo tutte le alternative possibili per ridurre consumo di suolo nella Piana del Sele che è uno dei territori campani con incremento annuale più alto di terra erosa e consumata – scrivono gli attivisti di Legambiente –. Le opzioni presentate ieri vanno chiaramente in questa direzione».

L’associazione sottolinea inoltre, con soddisfazione, la collaborazione tra Terna, le istituzioni, associazioni e cittadini, oltre che «dell’apertura di Terna al fine di indirizzare le risorse disponibili per interventi di compensazione per la realizzazione di adeguamenti sulle linee aeree esistenti che impattano con residenze civili in termini di esposizione ai Cem. Un’azione importante che andrebbe a vantaggio di tutta la comunità soprattutto di quella che non era presente in sede di consultazione, a chi non ha voce e che altrimenti non sarebbe rappresentato».