Tempo di lettura: 2 minuti

Legambiente presenta le osservazioni in merito al progetto “Tyrrhenian Link“, il doppio collegamento sottomarino voluto da “Terna”, la spa romana che s’occupa di reti per la trasmissione dell’energia elettrica, e che taglierà in due la Piana del Sele collegando la Campania alla Sicilia e alla Sardegna.

«È fondamentale che l’opera di Terna impatti il meno possibile sui territori che attraverserà». Legambiente Campania invita a mantenere alta l’attenzione sul progetto di “Terna”, la spa romana che s’occupa di reti per la trasmissione dell’energia elettrica, e che taglierà in due la Piana del Sele collegando la Campania alla Sicilia e alla Sardegna. Le osservazioni fornite da Legambiente restituiscono un quadro ancora pieno di punti interrogativi. «L’iter di discussione e approfondimento non si è ancora concluso, il confronto aperto con Terna è finalizzato a che l’opera impatti il meno possibile sui territori che attraverserà» afferma Mariateresa Imparato, presidente dell’associazione ambientalista.

«I rilievi che abbiamo sollevato – prosegue Imparato – riguardano a nostro avviso i limiti più vistosi del progetto. Tuttavia abbiamo richiesto ulteriori approfondimenti, anche in contraddittorio con Terna, per essere certi che l’opera impatti il meno possibile sui territori che attraverserà. Ci aspettiamo a tal riguardo anche una maggiore attenzione da parte amministrazioni locali». Rilievi che accendono i riflettori soprattutto sui possibili effetti collaterali: «C’è bisogno che Terna – si legge nella relazione – fornisca una rappresentazione in pianta delle isolinee dei livelli delle radiazioni elettromagnetiche previste nei pressi delle stazioni».

Necessarie saranno anche le operazioni di sensibilizzazione. «Ai fini della realizzazione di iniziative di prevenzione primaria, che attengono dunque la sfera comportamentale dei singoli, sarebbe opportuno che Terna si adoperasse per informare il pubblico sulle esposizioni non consapevoli a radiazioni elettromagnetiche domestiche prodotte da dispositivi di uso comune. Ciò renderà comprensibile l’andamento delle radiazioni elettromagnetiche nelle fasce circostanti la fonte di emissione ed evidentemente il grado di esposizione nelle aree contermini alle strutture allorquando vi si dovesse stazionare».