“Tyrrhenian”, l’elettrodotto che fa paura agli ambientalisti. Progetto miliardario nella Piana del Sele

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Tyrrhenian
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Un mega elettrodotto potrebbe sbarcare nella Piana del Sele. Si tratta del progetto “Tyrrhenian Link”. Un’opera da 4 miliardi di euro che collegherà Sicilia, Sardegna e Campania. Il cuore di quest’autostrada elettrica sarà la Piana del Sele. In zona “Spineta”, tra Eboli e Battipaglia, l’approdo.

“Tyrrhenian Link” il nuovo progetto che spaventa gli ambientalisti. Una mega autostrada elettrica che collegherà le due isole dello Stivale, Sicilia e Sardegna, con la Campania. Il punto di partenza dell’elettrodotto sarà a Montecorvino Rovella, in contrada Incassata-Pianella, storico snodo per la distribuzione d’energia elettrica. L’approdo, nelle città capofila della Piana del Sele, in zona “Spineta”, tra Eboli e Battipaglia.

Un’opera che vale quasi 4 miliardi di euro in un progetto che vede coinvolte 250 aziende. L’opera è ancora in fase preliminare, e Terna, la Spa con sede a Roma che s’occupa delle reti per la trasmissione d’energia elettrica, starebbe lavorando al tronco di linea elettrica principale: la condotta che viaggerà sotto le acque del Tirreno fino alla Sardegna. Quasi 1.000 chilometri di collegamento e 1000 MW di corrente continua.

LEGAMBIENTE: “NON SI CONSUMI SUOLO AGRICOLO”. IL COMITATO DI BATTIPAGLIA SPAVENTATO DALL’IMPATTO AMBIENTALE

Il prossimo 3 e 4 febbraio Terna avvierà una consultazione pubblica che interesserà le cittadinanze di Battipaglia ed Eboli che, in via telematica, potranno collegarsi. Cosa c’entrano le due città capofila della Piana del Sele con questo progetto? L’approdo indicato dalle mappe di Terna è nel golfo di Salerno. Precisamente in località “Spineta” tra Battipaglia ed Eboli. Nella Piana del Sele, quindi, il cuore del progetto miliardario.

Una situazione che spaventa gli ambientalisti. Legambiente, tramite la presidente campana Mariateresa Imparato, fa sapere che «come Legambiente da settimane siamo in contatto con i tecnici di Terna per approfondire il progetto. Al momento la questione più importante su cui stiamo dando battaglia è che non si consumi suolo agricolo per la costruzione della centrale, spostandola invece su suoli industriali. Nelle prossime ore avremo nuovi incontri con loro e con il nostro ufficio scientifico per approfondire e fare le osservazioni utili affinché questa opera strategica per la transizione energetica sia il meno impattante per le comunità locali». Maggiore preoccupazione l’hanno manifestata gli esponenti del comitato “Battipaglia dice No” che, oltre a lamentare la scelta ricaduta per l’ennesima volta sulla città capofila della Piana, e a lanciare l’allarme ai cittadini, ha fatto sapere di essere già a lavoro per preparare 3 o 4 gruppi d’ascolto per le assemblee on line che si terranno nei primi giorni di febbraio

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