Caso “Psysmian-Fos”: lavoratori a Roma per un sit-in al Mise

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Gli operai della “Prysmian-Fos” pronti alla mobilitazione. Appuntamento per martedì 15 marzo dinanzi al Mise per chiedere al governo di essere ascoltati.

Se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna. Il Ministero snobba il caso “Prysmian-Fos” e i sindacati vanno a Roma. A margine della riunione tenuta dal coordinamento nazionale “Prysmian” lunedì scorso, alla quale hanno preso parte Cgil, Cisl, Uil e Ugl, comprese le rappresentanze sindacali di tutti gli stabilimenti e i segretari nazionali, il sostegno alla vertenza “Fos”, che interessa principalmente lo stabilimento di Battipaglia in via Spineta, sembrerebbe andare in unica direzione. Che porta nella capitale d’Italia per una mobilitazione nazionale e un presidio al Mise, il dicastero romano che si occupa dello sviluppo economico, prevista per martedì 15 marzo. «A seguito delle mancate convocazioni da parte del Mise in merito alle prospettive riguardanti lo stabilimento produttivo di fibra ottica ubicato a Battipaglia dell’azienda Prysmian, più volte sollecitato dalle scriventi segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, unitamente alle strutture territoriali e rsu, le suddette organizzazioni sindacali proclamano una manifestazione nazionale dei lavoratori di Prysmian al fine di riportare la vertenza all’attenzione nazionale» si legge in una nota diffusa ieri mattina dai sindacati. Che chiamano all’attenzione anche la multinazionale.

«Non solo il governo – scrivono – ma anche la stessa Prysmian deve dare risposte concrete alle domande da noi poste. Quindi, seppur connessi tra loro, i percorsi aziendali e quelli sindacali devono necessariamente muoversi in maniera autonoma. E al tavolo ministeriale chiediamo la presenza dei vertici Prysmian». Il tavolo di crisi, con la vertenza in Confindustria, è stato ufficialmente aperto lo scorso 2 febbraio. Una settimana dopo lo scoppio della bomba, quando le segreterie nazionali hanno lanciato l’allarme sulla fabbrica di Battipaglia: «900 posti a rischio». Nel mirino, il bando nazionale per la fibra ottica. E la preoccupazione dei sindacati per la scelta da parte del Ministero dell’innovazione tecnologica, nel bando di gara nazionale per la produzione di fibra ottica, di preferire le piste orientali, più economiche, penalizzando lo stabilimento battipagliese.

Una scelta che, conseguentemente, ha indotto il gruppo “Prysmian” a spostare gli investimenti lì dove potesse fiutare l’affare. Precisamente a Douvrin, nel territorio d’Oltralpe. «Esprimiamo forte preoccupazione per la tenuta produttiva e occupazionale del sito di Salerno dovuta – continua il comunicato – soprattutto alla pesante e insostenibile concorrenza determinata dall’inserimento fuori controllo nel mercato della fibra ottica di paesi asiatici, in particolare della Cina, la quale penetra quote di mercato sempre maggiori, a prezzi talmente al ribasso, da motivare la denuncia e conseguente apertura di una procedura anti-dumping emanata della Commissione Europea, ma completamente sottovalutata dalla governance italiana».

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Quasi un mese di silenzio, in attesa della chiamata dal Mise, che però non è arrivato. E allora adesso i sindacati hanno deciso di romperlo, il silenzio. L’appuntamento è per martedì prossimo in via Molise, dalle 11 alle 14. «Riteniamo fondamentale un intervento politico a difesa di una produzione d’eccellenza, che rappresenta un elemento fondamentale per la competitività del sistema riguardante l’intero Paese, messa in discussione da irregolari intromissioni nel sistema commerciale. Con il bando succitato, infatti, il ministero competente non ha ritenuto la fibra ottica un asset strategico ma un asset che non necessita di specifiche tecniche. Una decisione inspiegabile e sbagliata» concludono i sindacati.

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