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Lunedì 27 aprile tornano, in modalità “delivery“, bar, pub, ristoranti, pizzerie e pasticcerie, ma non tutte le attività accettano la sfida

La lenta e quanto mai difficile ripresa del Paese parte da lunedì 27, con le saracinesche di bar, ristoranti, pub, pizzerie, librerie e pasticcerie che torneranno ad alzarsi, ma – per il food and beverage – solo in modalità “delivery”. Eppure, molte di queste attività battipagliesi hanno deciso di non rispondere a questa chiamata alla riapertura della Regione. Troppi gli svantaggi e pochi i benefici che ne trarrebbero, per un investimento che potrebbe rivelarsi infruttuoso, gettando così gli imprenditori in una crisi ancor più profonda.

Il “Catino” dice «no, grazie»

Il Catino Caffè in una serata di movida

Tra i bar che non riprenderanno la propria attività il 27 aprile c’è anche il “Catino Caffè”, uno dei locali più noti e frequentati di Battipaglia. Toni Catino, titolare dell’attività, spiega: «Viste le spese che ci sono, e la professionalità a cui siamo abituati, non ci sembrerebbe il caso riaprire a queste condizioni. Sono molto rammaricato. Pensavo che sarebbe stata una riapertura, anche se di poche ore, utile, in virtù del fatto che nella mia attività lavorano otto dipendenti, e non posso farli venire a lavorare per fare delle consegne. Per le persone il bar è importante anche per fare due chiacchiere davanti a un caffè e svagarsi un po’. Non sarebbe la stessa cosa portando il caffè a casa, visto che inoltre adesso sono tutti dotati di una classica macchinetta a cialde».

Tra difficoltà e nuove iniziative, riparte il Monkey

Chi invece riaprirà i battenti per il “delivery” è il Monkey, di cui ci parla uno dei titolari, Umberto De Caro: «Questa riapertura equivale a un messaggio che voglio dare prima a me stesso, rientrando nel mio locale, e ai clienti. Far sentire che ci siamo, siamo vivi, e abbiamo voglia di ripartire». Non è stato facile però, come ci spiega Umberto: «Un locale per poter vendere deve acquistare. Ho il mio panificio e macelleria di fiducia qui a Battipaglia, ma ci sono prodotti che non posso acquistare qui, ma ai Cash, che sono a Salerno o a Pontecagnano Faiano. Dopo una chiusura di due mesi devo per forza rifornirmi, altrimenti non posso vendere. Il problema è che per legge non posso uscire dal mio Comune. È stata prevista questa riapertura dei locali, ma non è stato previsto che un imprenditore possa uscire dal suo comune e andare a rifornirsi. È un paradosso».

Tuttavia il Monkey tornerà lunedì con una serie di specialità e iniziative esclusive da gustare direttamente a casa: «Ci stiamo organizzando sia sotto il piano del food che del beverage. Abbiamo già in programma delle offerte speciali per i panini che usciranno presto sui prossimi social. Inoltre, insieme al mio socio, ci siamo divertiti tantissimo ideando un’iniziativa per chi vorrà tornare a riassaporare un Gin tonic, un Vodka lemon, oppure è amante dei cocktails ideati da noi. Dei veri e propri cocktails a domicilio. Tutti i dettagli li comunicheremo molto presto online».

Pronta a riaprire la pasticceria “Royal”

Il Dolce Caffè Royal

Tornerà a diffondere il dolce profumo della pasticceria da lunedì anche lo storico bar-pasticceria Dolce Caffè Royal: «Stiamo lavorando alla sanificazione del locale, e sono state anche già fatte le visite mediche su tutto il personale. Stiamo inoltre cercando di recuperare tutto il materiale richiesto, come camici e altro, nel minor tempo possibile» fa sapere Luisa Padula, e attraverso i social annunciano: «Non vediamo l’ora di riportarvi la colazione e il caffè Royal».

Librerie: niente riapertura per “La Cinciallegra”

Sul fronte librerie invece, la libreria per ragazzi “La Cinciallegra” fa sapere che non tornerà lunedì. Troppe ambiguità e contraddizioni nel documento fornito dalla Regione. Il libraio Giovanni Colucci spiega così: «Per le librerie si apre, sì, ma tradotto dal “burocratese”, sarebbe meglio portare i libri a domicilio. L’attività può essere aperta al pubblico in un determinato orario, ma non viene specificato se le consegne a domicilio possano essere fatte anche fuori da questi orari».

A suscitare perplessità nel libraio battipagliese è anche la questione sanificazione del locale: «Questa sanificazione deve essere certificata, e può rilasciarla soltanto una ditta autorizzata. Il registro con l’elenco delle ditte autorizzate dov’è? Poi questa certificazione rilasciata dalla ditta per la prima sanificazione va appesa in un posto ben visibile dell’attività. La stessa ordinanza dice che la sanificazione però va fatta tutti i giorni. Ma allora se devo fare io la sanificazione tutti i giorni, quella certificazione per la prima sanificazione già dal giorno seguente diventa carta straccia? Se questi sono gli esperti, siamo messi davvero bene». Ma i dubbi non terminano qui per Colucci: «In Campania De Luca ha messo il “libretto delle pulizie” dove, dal secondo giorno, il titolare deve aver cura di trascrivere tutti gli interventi di pulizia e le schede tecniche dei prodotti utilizzati. Se, nei controlli, il libretto non dovesse essere accuratamente compilato, scatterebbe la sanzione. Mi sembra la classica cosa all’italiana».

Gli obblighi che sono stati imposti alle attività in apertura il 27 non sarebbero gli stessi di quelle che durante la quarantena non sono mai state chiuse. Anche questa ragione motiva la chiusura de “La Cinciallegra”: «Chi non è mai stato chiuso, come supermercati, tabacchini e profumerie, non ha obblighi di legge al momento. Quindi un cliente può andare a fare la spesa senza guanti e mascherina e rispettare la distanza di un metro, se va bene tanto nessuno ti controlla, mentre se entra in libreria deve avere un metro e ottanta di distanza più indossare i guanti, altrimenti il libraio è passibile di sanzione da 300 a 4000 euro e chiusura dell’attività da 5 a 30 giorni» afferma Colucci.

Saracinesche ancora abbassate per “Re Baldovino”

Non riaprirà per il momento neanche l’osteria battipagliese “Re Baldovino”. A motivare la scelta è lo chef Mimmo Esposito: «Sono un po’ perplesso per quanto riguarda quest’ordinanza sulle consegne a domicilio. La mia attività prevede una ristorazione che non si presterebbe a questa modalità. Ci sarebbe da fare un investimento importante dal punti vista della strumentazione da utilizzare per le consegne, oltre che per acquistare le materie prime».

Ci sono vari aspetti che vanno chiariti prima di parlare di una riapertura: «Credo sia stata fatta una forzatura dovuta alla crisi economica. Può valere per le pizzerie, o altre attività che gestiscono un prodotto facilmente trasportabile, ma se iniziamo a parlare di un piatto di pasta, da chef dico che si rovinerebbe nel trasporto, senza parlare di una frittura. Dovrei lavorare con un menù risicato per non so quanto tempo. Non so quanto conviene ad attività come la mia» spiega Esposito.

Pizzerie: “Carmine 2” ai nastri di partenza

Scalda i forni per il ritorno in modalità “delivery” anche la Pizzeria “Carmine 2“, lo fa sapere il titolare Francesco Laganà: «Oggi abbiamo iniziato con la sistemazione di tutto, pulendo cucina e attrezzatura, ferme da cinquanta giorni. Lunedì mattina invece provvederemo alla sanificazione dei locali, così da essere pronti lunedì sera per iniziare quest’avventura da asporto, un servizio che facciamo già da diciotto anni». Anche in questo caso però ci sono perplessità per la questione sanificazione: «Reputo queste misure assurde, anche perché nessuna attività rimasta aperta in questi giorni ha dovuto rispettare queste caratteristiche che noi dovremo adottare in questo periodo. La voglia di riaprire e ritornare un po’ alla normalità però è più forte».