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Luigi D’Acampora, uno dei sette positivi dopo i tamponi del 15 aprile, ha voluto rilasciare un’intervista – in esclusiva per il nostro giornale – sulla vicenda. Lui che il 20 aprile ha richiesto una controprova all’ospedale di Eboli ed è risultato negativo. Il consigliere comunale ha sollevato più d’un dubbio sulla procedura. L’ospedale ‘Cotugno’ non avrebbe ricevuto nessun tampone da Battipaglia, e i secondi test effettuati dall’Istituto Zooprofilattico ai positivi sarebbero spariti.

L’INTERVISTA

-Ci ha richiesto un’intervista: quali sono i motivi?

-Ho fatto 4 tamponi in nove giorni. Gli ultimi due all’ospedale di Eboli e facendo una cronistoria sono risultato positivo solo al primo. Il secondo, quello che ci hanno rifatto meno di 48 ore dopo, a noi positivi e a tutti i familiari, non si sa che fine abbia fatto. È sparito. Questo mi fa pensare che potrebbe esserci qualche margine d’errore in quello che sta succedendo. Ho già dato mandato al mio avvocato affinché si faccia luce sulla problematica perché attualmente sono un negativo, certo, ma in quarantena.

-Dalle colonne de La Città apprendiamo che Battipaglia è stata la prima regione campana ad avviare uno screening di massa. Istantanei, sierologici, farigei: a che tipo di tamponi vi siete sottoposti? E i criteri di scelta?

-Allora, la procedura era questa. Il primo step: attraverso il test sierologico rapido (la puntura sul polpastrello) avremmo capito se c’era o meno la presenza di immunoglobuline (elementi nel sangue che testimoniano la presenza del virus e di anticorpi). Il secondo step, invece, è stato il tampone vero e proprio: quello che passa dalla narice alla trachea. Ed è quest’ultimo che è risultato positivo. Sulla qualità del tampone, invece, non saprei esprimermi. Non so come hanno selezionato tutti. I farmacisti sono stati avvisati dagli uffici, questo è sicuro. E i dipendenti credo siano quelli che erano già presenti. Non so se c’era una categoria prioritaria, io avrei chiamato l’ufficio Anagrafe che sta più a contatto col popolo, ed è sicuramente una categoria a rischio.

-La scelta non è ricaduta su qualche ospedale della provincia ma sull’Istituto Zooprofilattico di Portici, di recente al centro di alcune polemiche lanciate dalla consigliera regionale Valeria Ciarambino circa la liceità dei locali e delle attrezzature utilizzate, un’eccellenza riconosciuta nel campo medico veterinario, un po’ meno in quello infettivologico. Quali sono questi rapporti di cui si fa menzione (minuto 0:18 del video)?

-Sui rapporti tra Ente e Istituto Zooprofilattico posso dire con certezza che già ci sono stati in precedenza, nel periodo degli incendi a Battipaglia. Ma sulla procedura di scelta bisognerebbe chiedere ad altri. Mi spiego meglio: se il protocollo nasce tra Regione, Asl e Comuni, allora sembrerebbe un percorso quasi obbligato. Se invece è stata una scelta dell’Amministrazione, allora il discorso è diverso. Se così fosse ci saranno delle carte che sono state prodotte e avremo modo di vederle e analizzarle. Intanto ieri Cariello, in trasmissione, ha confermato che i tamponi li stanno facendo anche ad Eboli con le stesse modalità.

 

IL COTUGNO NON HA RICEVUTO I TAMPONI

-Il 15 aprile, la sindaca – durante una diretta streaming – dice che i tamponi saranno inviati al Cotugno per i test di verifica (minuto 1:53 del video). Ad oggi, però, almeno tre di quei sette contagiati possono testimoniare che, a distanza di 8 giorni, non hanno ricevuto comunicazioni. Insomma, queste verifiche?

-Ho più d’un dubbio su questa situazione. Ecco perché ho deciso di fare i controlli personalmente. Per due motivi: innanzitutto uso un farmaco sperimentale, della stessa famiglia di quello famoso utilizzato al Pascale, e secondo una casistica non ci sono contagiati tra quelli che lo utilizzano. Dunque, chiamo l’ospedale di Potenza e mi dicono di sospenderlo qualora fossi risultato positivo. L’altro motivo è che da Napoli non ricevo notizie su questo presunto elenco di tamponi. Questo dirmi e non dirmi le cose mi ha insospettito. E infatti al Cotugno non c’è nessun test, perché a 9 giorni di distanza non è arrivata nessuna verifica. Infine, e questa credo sia la prova del nove, nessuno dei sette ha ricevuto l’esito del secondo tampone. Io non credo sia possibile che il giorno prima di noi su 114 tamponi abbiamo avuto 0 positivi, poi 7 dei 175 nostri positivi, e il giorno dopo ancora tutti i familiari di questi presunti contagiati sono risultati negativi. La domanda sorge spontanea: “che sta succedendo?”

-Ha ricevuto comunicazioni dall’Ente o dall’Asl circa la sua posizione? Lei era risultato positivo ma dopo verifiche private che ha condotto (due tamponi in 48 ore) il test diceva “negativo”.

-In questo momento sono un ostaggio. L’Asl, il Comune e tutte le dirigenze conoscono bene la mia storia e la mia situazione. Ma ad oggi non so nulla. Posso stare a casa o devo starci? Posso lavorare? Io presumo di essere libero perché ho carte che lo dimostrano, ma nei fatti il mio avvocato mi ha detto che non posso violare la quarantena. Fossi stato il sindaco avrei chiesto immediatamente il tampone di verifica a tutti e sette i contagiati. Purtroppo se anche gli altri avessero potuto fare il test adesso, probabilmente, avremmo meno dubbi sulla situazione. Intanto io ho clienti che hanno spostato gli appuntamenti, ho familiari allertati per essere stato in contatto con me. Non escludo danni economici e morali, ecco perché ho incaricato il mio avvocato di leggere tutte le carte e se ci saranno da denunciare dieci persone lo farò.