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«Minacciati e offesi». Prosegue il “caso-Gentile”, con i gestori del “Modo” che si difendono e rilanciano la propria verità

Non accenna ad arrestarsi il caso che ha visto protagonista il battipagliese Mariano Gentile, che nello scorso weekend è stato respinto all’ingresso del “Modo“, nota discoteca salernitana. La sua accusa: «Non mi hanno fatto entrare perché tatuato in volto». Dal locale però si difendono e, tornando sulla vicenda, spiegano la propria verità e aggiungono: «Stiamo ricevendo pesanti minacce».

DAL LOCALE SI SPIEGANO

«Abbiamo ricevuto minacce, addirittura chiamate anonime di intimidazione, altre di morte e non solo – fanno sapere i gestori del “Modo” – In queste ore, al di là del danno di immagine all’attività, sono piovute anche parole molto, troppo pesanti. Insostenibili per un contesto civile. In tanti ci hanno accusati allora di non far entrare le persone per i loro tatuaggi, ma non è così. Come più volte abbiamo rimarcato, tutto o comunque gran parte del nostro staff è tatuato. Può essere semplice nascondere la verità spingendo sulla sensibilità delle persone».

Dal locale spiegano: «Quella di interdire l’accesso al ragazzo in questione è stata frutto del fatto che non lo conoscevamo, e i suoi tatuaggi, tra cui un kalashnikov, arma che ha comunque un significato e una valenza storica importante, tatuato in piena fronte, ci hanno suggerito di agire con precauzione. Quando poi il nostro personale preposto gli ha domandato se avesse una prenotazione, gli animi si sono immediatamente scaldati, e a quel punto per tutelare l’incolumità di tutti, abbiamo deciso di non permettergli l’accesso. Non siamo assolutamente razzisti o esclusivi verso una qualunque caratteristica fisica o scelta di vita. Auspichiamo che questa spirale d’odio e minacce possa fermarsi quanto prima».