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Il battipagliese Mariano Gentile denuncia: «Non mi hanno fatto entrare in discoteca per i miei tatuaggi». Il “Modo” risponde: «La nostra è politica di prevenzione»

Mariano Gentile
Mariano Gentile

Controversie nella serata tra sabato e domenica scorsa, quando al “Modo“, ben nota discoteca del salernitano, s’è presentato all’ingresso Mariano Gentile, giovane ragazzo battipagliese, in compagnia di un gruppo di amici. La comitiva, come Gentile ha spiegato, aveva prenotato un tavolo all’interno del locale: «Siamo rimasti un’ora sotto la pioggia battente in attesa di entrare, e una volta giunto all’ingresso siamo stati respinti. La causa? Perché ho dei tatuaggi in viso».

Il racconto di Gentile prosegue: «Un membro del personale della discoteca mi ha spiegato come non fossi “idoneo” per l’immagine del locale, nonostante avessi indosso un abbigliamento semplice, come un pantalone e una camicia. Evidente il riferimento ai miei tatuaggi in viso. Un uomo della sicurezza che era lì presente, e mi conosceva già, ha cercato di assicurare per me, spiegando come non fossi un elemento poco raccomandabile, ma non c’è stato verso. Non mi è stato concesso di entrare in discoteca».

LA RISPOSTA DEL “MODO”

In seguito al racconto del ragazzo, è giunta la replica da parte della dirigenza del “Modo”: «Non conoscevamo il ragazzo in questione. Arrivato al locale insieme ai suoi amici, è stato accolto normalmente dal nostro personale preposto, chiedendogli se avesse una prenotazione, e i toni si sono subito accesi. Sono volate anche delle minacce. A quel punto si è deciso di non permettergli l’accesso».

Dalla discoteca salernitana proseguono: «Quando facciamo una serata può capitare che tra le 100 e le 150 persone non riescano ad entrare, avendo il Modo comunque un limite di posti. E dispiace perché molte di loro finiscono per sentirsi escluse, ma bisogna anche mettersi nei panni del locale».

«Non è una questione legata ai tatuaggi del ragazzo, che ha fatto una propria scelta di vita. Noi stessi dello staff abbiamo numerosi tatuaggi. Può accadere però di interdire l’accesso quando all’ingresso si presenta una clientela, a noi sconosciuta, con tatuaggi non troppo rassicuranti sul corpo e volto, come pistole, tirapugni e kalashnikov, e con toni bruschi. Non è una politica di esclusione la nostra, bensì di prevenzione. Il mondo della discoteca è molto spesso nell’occhio del ciclone, e adottare una determinata selezione può essere fondamentale», concludono dal “Modo”.