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«Dopo molteplici comunicazioni e rimostranze all’azienda riguardo le decisioni che la stessa intende, in maniera unilaterale, scorretta e senza preavviso, ignorando accordi decennali, dimostrandosi inaffidabile e priva di autorevolezza. Decisioni più volte contestate dalle Rsu e mai ascoltate, usando atteggiamenti intimidatori» sono le motivazioni che si leggono in testa a una lettera che, in calce, porta le firme delle rappresentanze sindacali della Cooper Standard di Battipaglia, il colosso della plastica, impiegato nella produzione di guarnizioni in plastica per le automobili del gruppo Fca, per lo sciopero di un’ora indetto giovedì scorso dalle maestranze dell’azienda durante tutti i turni.

Un’azione simbolica: stoppare la produzione nell’ultima ora di lavoro (dalle 5 alle 6, dalle 13 alle 14, dalle 16 alle 17 e dalle 21 alle 22). Alla base della decisione presa ieri mattina, ci sarebbero i permessi e le ferie richieste dai lavoratori che, secondo l’azienda, andrebbero giustificati. Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché i malumori, all’interno della fabbrica, sono molteplici. Riguardano le nuove norme sul green pass e sui tamponi, la cassa integrazione, e, in particolare, alcune richieste rispetto al contratto. Attendono risposte, gli operai, specialmente da quando la Fiat produce a singhiozzo i fili conduttori, generando un effetto cascata che costringe le maestranze a rimanere a casa perché non c’è lavoro.

L’azione simbolica è terminata nella stessa giornata di ieri: niente stato di agitazione né sciopero. Ma le maestranze si riservano la possibilità di agire, a breve termine, in maniera più significativa qualora le rassicurazioni fornite dai vertici aziendali non dovessero essere rispettate. Una o due ore di permesso, o di ferie, già previste dal contratto nazionale. E per le quali i lavoratori non dovrebbero presentare giustificazioni. Per adesso lo stato di allerta rimane, anche per non far sì che cali l’attenzione sulle diverse problematiche che riguardano il futuro dei lavoratori della Cooper Standard di via Filigalardi. Già nel 2020, il colosso della plastica si fermò a causa del Covid. Numerose giornate di chiusura, prorogate dall’emergenza pandemica, che all’epoca furono coperte grazie alla cassa integrazione. Oggi la fabbrica ha ripreso a lavorare a pieno ritmo. Ma lo sciopero è dietro l’angolo. Bisognerà capire, nei prossimi mesi, se i malumori svaniranno in un nulla di che.