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“Deriblok” cominciano le cause in Tribunale. Il primo dei sei operai licenziati dalla proprietà, comparirà nelle aule di giustizia il prossimo 26 marzo.

Crisi “Deriblok” e licenziamenti. Cominciano le cause in tribunale. E spunta uno striscione nei pressi del Centro Sociale di Battipaglia. “Licenziamenti costruiti ad arte. Giustizia per i lavoratori Deriblok” si legge nel fascione appeso nel quartiere Sant’Anna, dove abitano diversi operai della “Deriblok”, azienda leader nella produzione di materiale plastico e imballaggio, licenziati l’anno scorso, e probabilmente affissi dagli stessi lavoratori. Un gesto che probabilmente nasce dall’idea di mantenere alta l’attenzione su una vicenda che, da quasi due anni, ha messo con le spalle contro al muro gli operai “sindacalizzati”, quelli colpevoli di avere la tessera in tasca.

L’appuntamento, inizialmente previsto per mercoledì 24 marzo, è stato spostato di qualche giorno. Ma in tribunale, a Salerno, si andrà entro questo fine settimana. E la prima causa, riguarda G.P., il primo operaio licenziato. Sarà difeso dall’avvocato Alfredo Marino, che già lo scorso 15 ottobre, dinanzi alla giudice Michela Doronzo, ha rifiutato la conciliazione di 10mila euro. La causa fu rimandata al 16 febbraio, quando in aula erano attesi i testimoni. Che non si presentarono, rinviando ulteriormente al 24 marzo. L’altra parte, invece, sarà difesa dall’avvocato Giovanni D’Ambrosio. Il primo dei sei operai licenziati per presunta insubordinazione comparirà dinanzi alla giudice Ippolita Laudati, che sostituirà Doronzo. Dopo, toccherà agli altri cinque.

Tra maggio e settembre, salvo rinvii, dovrebbero arrivare i primi verdetti dalle aule di giustizia che daranno una prima risposta alle maestranze, che continuano a sostenere la tesi secondo la quale quei licenziamenti non sarebbero stati legittimi. Una vicenda che comincia nel 2018 quando un gruppo di quindici lavoratori, ritenute le colonne portanti dell’azienda, dopo dieci o addirittura venti anni di lavoro, s’iscrisse al sindacato. Da quel momento cominciarono i problemi: demansionamenti, decurtazioni in busta paga, cambi di orario e pedinamenti.

È quanto denunciarono gli operai lo scorso 10 novembre, pochi giorni dopo che la “Deriblok” decise di licenziare altri cinque lavoratori “sindacalizzati”, annunciando uno sciopero di due giorni davanti ai cancelli della fabbrica. Un sit-in di protesta che ricevette l’attenzione dei sindacati e della sindaca Cecilia Francese. Sei licenziamenti, cinque dei quali avvenuti tutti d’un colpo, e la paura per gli altri nove operai con la tessera in tasca di ricevere il medesimo trattamento. Qualche mese più tardi i sindacati tentarono pure una trattativa, ma dai vertici della “Deriblok” ci fu massima chiusura. Nessun responso. Adesso, però, qualche risposta i proprietari dell’azienda dovranno darla. Perché nei prossimi giorni saranno chiamati in Tribunale, per la prima volta con i testimoni. E altre cinque volte, nei mesi a seguire, per gli altri cinque licenziamenti. Parola, l’ultima, ai giudici. Come sempre.